Vita da Zombie

Vita Da Zombie

 

Premessa

 

“Quando non ci sarà più posto nei cimiteri,

i morti cammineranno sulla terra.”

Ma nella nostra storia

i morti

sono andati un tantino oltre.

 

 

Elisabeth chiamò Nicolas ,che sfuggente come un bambino piccolo ,girava tra uno scaffale del supermercato ed un altro.

 

-Amore che fai? Vieni qua- Gli disse.

 

Nicolas fece un rapido giro tra il reparto affettati ed i surgelati andando repentinamente incontro a sua madre.

 

-Mamma quanto ancora dobbiamo stare qui?- Chiese.

 

-Il tempo necessario per la nostra alimentazione- Rispose quasi stizzita la madre.

 

-Ti piacciono le orecchie vero? O vuoi solo gomiti farciti?- Chiese ancora.

 

-Mi garbano si! Mamma! Sai quante ne mangerei di orecchie!- Rispose.

 

-Non sono come quelli che si fermano all’antipasto- Sorrise un po scocciato.

 

-Compra per favore un chilo di pupille; adoro ingoiarle tra un piatto e l’altro-

 

La madre osservò stranita lo scaffale; Le sue dita scorsero lente tra i prodotti

 

-Gomiti Freschi

Gomiti avariati

quale vuoi amore? Chiese gentilmente; strappando il figlio dallo scaffale dei nasi farciti.

 

-Gomiti freschi! Sempre freschi! Sai benissimo che la carne non mi piace se non è pimpante- Mugugnò

 

-Cuore?- Chiese Elisabeth.

 

-Cuore ne vuoi? Domandò ed attese ancora.

 

-Si! Ma prendi ; fammi pensare..non come l’altra volta che era emaciato; Prendine uno “non a sconto”- Ammiccò.

 

-Sai come sono i cuori umani quando sono ammaccati; hanno quel sapore..non so di che; spazia dall’agro morto al salato ridondante. Sono acidi-

 

Concluse.

 

-Certo che sei peggio di tuo padre come raffinatezza.-

 

Elisabeth si allungò verso lo scaffale; poi dopo aver afferrato un enorme cuore, lo adagiò sofficemente nel carrello.

 

-Mamma da bere vorrei …- Non concluse.

 

-Lo so! Succo di Bile- Lo interruppe quasi irritata sua madre.

 

-Esatto! Sai benissimo che dopo la partita di pallone invito i miei amici per un breve ristoro.-

 

-Ed il frigo è sempre dannatamente vuoto vero?- Aggiunse Elisabeth.

 

Succo di Bile per tutti? Rifletté coscienziosa.

 

Guarda che è caro! – Continuò.

 

-Non è che si trova tutti i giorni; come il fegato ingrossato.

 

Certi zombie market non lo vendono.- Concluse

 

-Mamma è solo perché forse dovremmo andare nella zona adiacente la grande inferriata; li gli umani sono più freschi, essendo più vicini.

 

-Nicolas credimi; non è un discorso di vicinanza tra noi e loro;

 

non è perché in quella zona di confine al di la del grande ferro ci vivono loro;

Questa è roba controllata;

 

frutta di una gestione corretta e alimentaria- mente

 

nutriente

 

ti ho sempre spiegato che non puoi sbranare il primo umano che passa solo per il gusto della fame.

 

-Ma mamma, i miei amici lo fanno- Apostrofò un po triste.

 

-I tuoi amici dicono stupidaggini.

 

Ci sono regole che non andrebbero mai vanificate;

 

una di quelle è: ognuno la sua zona

 

Nicolas scosse la testa.

 

-Si! Ognuno la sua zona! Certo come no! Ma sai benissimo che i cacciatori,

 

sai quelli con i fucili ci mettono poco

 

un colpo e Bamm!! – Il ragazzo prese una piccola narice da uno scaffale e la mise nel carrello.

 

-C’è una tregua.

 

Nessuno fa male a nessuno! Capito?- Gli disse la madre.

 

Basta che tu stai lontano dalla grande inferriata.

 

Non aizzare gli umani. Ci siamo intesi Nicolas?-

 

Elisabeth guardò severamente il ragazzo che annuì sconsolato

 

“Lo zombie Market si stava riempiendo

 

erano circa le 1230

 

di un giorno qualunque

 

di due morti qualunque

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Altrove

 

Parte ovest della città

 

Sofia si versò del latte su un braccio ed imprecò

 

-Porca miseriaccia cane! Brucia! Cavolo!

 

-Perché non stai più attenta!- Urlò sua madre.

 

E poi ti pare che una ragazza come te debba fare colazione che sono quasi le tredici?

 

Perché non apparecchi?

 

Perché non cucini ogni tanto?- La donna si avvicinò al lavandino; diede due gocce di detersivo e lavò due piatti ed un bicchiere,

rimasti li dalla sera prima.

 

-Dai mamma non fare l’esagerata! Vado eh! Sofia prese lo zaino e si avvicinò all’uscita.

 

-Come? Non mangi con noi? Arriva tuo padre tra poco.- Vociferò la donna.

 

-No..sabato, è sabato..ho il post-scuola! Dimenticato? -La ragazza sorrise ed uscì.

 

La madre le andò in contro.

 

-Sofia!

 

-Si? Mamma?

 

-Attenta! Le disse quasi come un sussurro.

 

-Di cosa temi? Ancora la stessa storia?- Chiese.

 

-Quella scuola è troppo vicina al confine!- Rispose di primo impatto la madre.

 

Sofia sbuffò.

 

-Non andare alla grande inferriata! Me lo prometti?-

 

-No!- Rispose Sofia.

 

-Che vuoi che succeda! Noi qua! Loro là! Quei fottuti zombie.

 

Glielo faccio a posta! Mi metto a fumare e poi getto il mozzicone di la dalla grata-

Sorrise e con un gesto salutò la madre.

 

-Non dovresti fumare alla tua età! Vuoi morire e diventare il loro pasto?

 

Sofia fece spallucce.

 

-Non ho ancora deciso, forse mi faccio cremare! In culo alle leggi e le regole.

 

-Non sei la primogenita e tuo fratello..

-Non finì di parlare che Sofia era già volata via.

 

Sofia girò verso la circonvallazione est;

 

poi superato uno strano cavalcavia, attraversò un prato a piedi.

 

-Che palle!

 

Guarda te se mi devo fare condizionare la vita da un branco di morti viventi.

 

Poi ci si mette anche mia madre!

 

Mi danno ansia!

 

Mi danno veramente ansia!

 

Quando invece la vita va vissuta allegramente.

 

(Uno sparo lontano)

 

-Vai! Un altro che ha infranto le regole,

 

un altro abbattuto.

 

Così si fa.

 

Da grande farò la sindacalista; ne sono sicura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

Sofia seguì la lezione con scarso interesse;

le sue palpebre si chiudevano a tratti.

Per qualche secondo si addormentò ed una sua compagna le diede uno spintone.

 

-Cavolo fai?- Disse Cristina.

-Accidenti! Sono due notti che non riesco a dormire- Rispose Sofia.

 

L’insegnante di anatomia si voltò verso la lavagna; forse fece finta di niente.

-Sai cosa Cri, ho una profonda insoddisfazione per questa vita- Le sussurrò vicina.

-Se sei insoddisfatta perché fai tutto questo?- Le disse sottovoce.

-Non so, i miei, le aspettative; un po tutto- Concluse Sofia.

Poi si rimise a sonnecchiare.

Ed il tempo scorse veloce.

 

Nicolas sorrideva; corse verso la testa di pallone e la calciò forte.

Il cranio umano si infilò diritto sotto la traversa fatta di ossa.

 

I compagni del ragazzo gli andarono incontro festeggiandolo.

 

Nicolas fece un gesto con la mano.

 

-Lasciate perdere- Disse quasi stranito.

 

-Perché? Abbiamo vinto! Hai fatto Gol all’ultimo istante! Non sei soddisfatto? Chiese uno di loro.

 

-Questa situazione l’ho già vissuta e mi annoia!- Ribadì.

 

-Possibile che in questa misera città non ci sia altro da fare che giocare a pallone?- Si girò e diede un calcio alla testa umana di non so chi, che rotolò passiva sul campetto.

 

Markus gli si avvicinò galvanizzato.

 

-Forse Simon; non te l’ha detto- Pronunciò.

-Cosa?- Disse Nicolas apprensivo.

 

-Stasera è la gran sera.- Sottolineò

 

-Nel senso? Solito locale? Solito marciume umano da bere? Solite cose insomma- Nicolas abbassò lo sguardo e tirò un calcio all’erba.

 

-No! Simon ha trovato l’entrata. Il varco.- Sussurrò lievemente come per non farsi sentire dagli altri del gruppo.

 

-Il varco? Dove? Parli della grande inferriata? Esiste un varco?- Chiese.

 

-Si! Si! Esiste! La conosci la zona sottostante la periferia ovest?- Domandò.

 

-Mai stato! Che c’è li?- Chiese.

 

-Ho saputo che qualche giorno fa si sono azzannati due cani; proprio vicino all’inferriata-

 

-Ed allora? Che c’è di nuovo? I cani si mordono continuamente.- Ribadì Nicolas quasi scocciato.

 

 

-Non hai capito Pivello! Un cane dei nostri ed uno dei loro- Sottolineò.

 

-Cosa? Cosa? Come è possibile? C’è la grata. Urlò sbalordito.

 

-Shhh! Non farti sentire dagli altri! Lo direbbero ai genitori! E lo sai come sono!-

 

-Spiegati!- Chiese Nicolas.

 

-Markus spiegò che un Dobermann dei loro si era scontrato con uno strano cane umano; prima si erano abbaiati attraverso la grata. Poi Il dobermann aveva cercato di azzannare l’altro e la grata era ceduta in una piccola parte.

 

-Che razza di cani hanno gli umani!- Terribili.

 

Come è finita? Chiese interessato Nicolas.

-Niente! I due padroni hanno tirato via i rispettivi cani e se ne sono tornati buoni buoni a casa.

Sai la tregua.- Concluse.

 

-Si! Si! Maledetta tregua! Lo so!

 

-La cosa interessante mio caro Nicolas è che Simon passava proprio di li; ed ha visto la scena.

 

E’ tornato per due giorni sullo stesso punto e lentamente con un pezzo di ferro ha allargato la grata.- Sorrise.

 

-Pazzo! Ci sono i tiratori! Lo avranno visto.- Deglutì in parte spaventato.

 

-No! Te l’ho detto! E’ una zona sicura! Un po nascosta. Dietro una scuola umana. Non passa mai nessuno a controllare.

 

E Noi..- Si fermò pacato.

 

-E noi cosa? Non mi dire che…-

 

-Già! Stasera carne fresca!- I suoi occhi si accesero.

 

-Dai! Non ci credo! Lo facciamo?- Nicolas diede una pacca sulla schiena di Markus!

 

-Mi stacchi un avambraccio così!- Gli disse.

 

-Stai attento!-

 

-Scusa! Scusa! L’emozione! Sono anni che voglio andare fuori a caccia! Da quando le leggi hanno stabilito che noi morti dobbiamo mangiare carne umana distribuita in vendita, solo in vendita…-

 

-Si, è terribile!- Costringerci così.-

 

-A che ora! Che devo trovare una scusa per i miei!- Chiese Nicolas.

 

-Sai sono apprensivi! E poi mio padre fa il chirurgo plastico zombiale e ogni volta che esco pensa che non riporti indietro qualche pezzo.

Che mi faccia male.- Concluse ridendo.

 

-Io, te e Simon stasera ore 19:30 non più tardi.

 

Qui!

 

-Qui? Così tardi?- Chiese irretito.

 

-Sono le 17:05 adesso che pensavi?- Domandò quasi furioso Markus.

 

-Altra cosa! Simon ha trovato dei vestiti consoni al nostro stato al di la- Disse.

 

-Cioè?- Chiese dubbioso Nicolas.

 

-Vestiti più umani! Guarda i nostri. Sono laceri.

Sanguinano per le continue aperture e ferite.

Sai benissimo che la nostra pelle è fragile ed ha bisogno di continue cure.

 

Quei vestiti sono nuovi.

Di contrabbando.

 

E poi Caro amico mio; se dobbiamo entrare nel mondo degli umani, dobbiamo sembrare umani non trovi?- Ammiccò uno strano sorriso diabolico.

 

-Trovo che sia una idea geniale. Ok Passo e chiudo! Ci vediamo qui stasera.

 

-A stasera.

 

I due ragazzi si allontanarono in due direzioni diverse, salutando anche gli altri compagni di calcio che rimasero ancora un po li.

 

Nicolas cominciò a fantasticare sulla sua prima reale uscita nel mondo dei vivi.

Li avrebbe trovato pane per i suoi denti.

Carne freschissima da azzannare ancora viva.

-Un human Tour!!- Favoloso. Non vedo l’ora.

Non vedo l’ora.

 

C’era quiete.

Troppa quiete

 

quando Sofia si svegliò; la notte era di un buio intenso.

 

Nessuna stella

 

solo silenzio.

 

-Dove cavolo sono? Che mi è successo?

 

Sofia tastò davanti a se e sentì gelido.

 

Un brivido la colse. Poi comprese che era il banco di scuola.

 

-Mi sono addormentata in classe!- Urlò.

Poi ancora silenzio.

 

Paura!

 

-Come hanno potuto farmi questo?- Ansimò tremolante.

 

Si alzò dalla sedia.

 

Si mise in piedi e barcollò.

 

Nel buio totale camminò a tentoni e si diresse verso la zona che intuiva fosse l’uscita della sala.

 

Trovò l’interruttore e l’accese.

 

Poi allibita lesse una scritta alla lavagna.

 

-Sono la tua insegnante. Stanca del comportamento di oggi, ti lascio dormire in pace.

 

Chiudi te prima di uscire. Le chiavi sono sulla mia scrivania.

 

E prenditi le tue responsabilità.-

 

-Ma guarda questa! E’ pazza!! E’ pazza!- Urlò.

 

-Sofia corse verso la cattedra; prese le chiavi ed uscì dalla porta della stanza.

 

-Che ore sono? O Dio Mio le 19:45!- Sbraitò.

 

-Sono nei guai!

 

I miei mi uccideranno! Lo so! Lo faranno! Non sono mai tornata a casa così tardi.- Sbuffò impaurita.

 

-Come faccio ora? Che gli dico? Che l’insegnante per punizione mi ha lasciato in classe a dormire?-

 

Sofia chiuse la porta d’ingresso della scuola e si guardò in torno.

 

-Nessuno!- Sussurrò.

 

-E’ già coprifuoco!-

 

-Strano che i miei non siano venuti alla scuola- Si chiese.

 

Poi qualcosa le vibrò in tasca.

 

-Scema! Ho il cellulare! Messaggio!! E’ la mamma!

 

-Amore, io e tuo padre andiamo a teatro. Sono le 18:35 e starai per arrivare a momenti. La pasta è in frigo. Ciao. Non ci chiamare è un opera sacra.-

 

Sofia finì di leggere il messaggio e si tranquillizzò.

 

-Bene. Basta che torni cauta e nessuno si accorgerà di niente.- Sospirò.

 

-Dio che stress! Prima una sigaretta!-

 

Sofia si accese Una Camel poi osservò la grata che delimitava il suo mondo da quello dei morti.

 

-Nessuno!- Tutto tace.

Mi sono imposta di farlo e lo faccio.

Cinque minuti in più, nessuno si accorgerà della mia assenza.- Inalò un po di fumo e lo gettò nell’aria.

 

Sofia si avvicinò alla grata un po’ titubante.

 

-Ci sono leggende che dicono che i morti non si vedono al buio!- Sottolineò a se stessa come per farsi paura.

 

-Ma io non ci credo! Sono pur sempre fatti di carne; anche se marcia, ma carne; come noi.

 

Diede altri due tiri, poi lanciò il mozzicone attraverso la grata.

 

Voltò le spalle e si fermò.

 

-Niente paura!- Sorrise.

 

-Niente paura!- Ci sono i tiratori ovunque?- Si domandò come per confermare la sua idea.

 

-Meglio andare via di qui.

 

Meglio andare via.

 

 

Nicolas camminava spedito al fianco di Simon.

 

-Ci siamo riusciti ragazzi! Ci siamo riusciti! Siamo nel loro mondo! Ora si mangia.- Urlò Nicolas

 

-Calmati e fai silenzio!- Gli disse Simon

 

-Vuoi che ci sparino?- Fai l’umano!-

 

-Come devo camminare?- Chiese Markus

 

-Un po più deciso!- Così sembri mia nonna!- Sussurrò ridacchiando Simon.

 

I tre ragazzi attraversarono una strana scuola; dove prima gli era parso ci fosse stata una luce.

 

Si erano nascosti nell’ombra vicino alla porta posteriore della scuola.

 

Poi, non avendo sentito nessuno si erano incamminati per il centro della città.

 

-Favoloso qui! Completamente diverso!- Espresse Nicolas

 

-Ti vuoi dare all’arte oppure alla caccia?- Gli chiese Markus

 

-Idioti! Da noi ogni tanto, mi pare sia così decadente- Ribadì incuriosito.

 

-Siamo morti! Come vuoi che sia?- Apostrofò Simon.

 

-Che c’entra? Se siamo morti? Tutto intorno a noi deve esserlo?- Aggiunse Nicolas

 

Poi dei rumori per la strada.

Un gruppo di ragazzi stava allegramente ridendo di fronte a tre macchine parcheggiate.

 

-Troppi!- Disse subito Simon

 

-Sono dodici!- Rimarcò.

 

-Cambiamo strada! Se si accorgono che siamo morti è finita- Gridò lievemente Markus.

 

-Calmi ragazzi! Calmi.- Disse Nicolas

 

-Che problema c’è? Ne prendiamo tre per uno a morsi..poi gli altri scapperanno..no?- Concluse.

 

-No! Nicolas! Ho detto di no! Io sono il più grande e decido.-

 

-Va bene! Va bene capo!- Che si mangia allora? Un cane?

 

-No! Cerchiamo più avanti! In fondo non sarà l’ultima volta che lo faremo giusto?-

 

I due annuirono.

 

-Per adesso ci basta un umano! Ce lo spartiremo in parti uguali- Concluse Simon.

 

-Sento già l’acquolina in bocca.

 

-Attenti! La i tiratori!- Annunciò tremolante Markus!

 

-O cazzo! Fate finta di niente! Fate finta di niente.- disse agitato Simon.

 

-Passiamogli di fronte come se nulla fosse ok? Sarà divertente- Ammiccò Nicolas.

 

-Sei matto? Hanno i fucili! Li hanno in dotazione! Noi non possiamo! La legge dice solo loro.- Blaterò impaurito.

 

-Avanti in silenzio! Fate come vi dico io- Ordinò Nicolas.

 

I tre ragazzi passarono di fronte ad un negozio di alimentari aperto.

 

Davanti otto uomini con altrettanti fucili sorseggiavano delle strane sostanze umane.

 

-Ehi Voi!- uno di loro apostrofò.

 

-Si?- Rispose Nicolas.

 

-Dove andate a quest’ora? C’è il coprifuoco.- Disse ancora il tiratore.

 

-Lo sappiamo! Siamo già in un fottuto ritardo. Sai le nostre madri come si arrabbiano.- gli urlò.

 

Gli uomini risero.

 

-Se volete vi accompagnano noi a casa bambocci! -Disse un altro.

 

-No grazie! Siamo abbastanza grandi per l’accompagnatore e poi siamo quasi arrivati- sottolineò Simon.

 

-Siete di questa zona? Ma se non vi ho mai visti? L’uomo si alzò avvicinandosi ai tre.

 

-Si signore siamo di qui! Strano. Dopo il censimento tutti qui sono classificati.- Apostrofò Markus.

 

Nicolas gli diede una gomitata.

 

-Cretino!-

 

-Giusto disse l’uomo! Come vi chiamate? E già che ci siete datemi il vostro numero di codice umano, grazie.

 

-Perché? -Chiese Nicolas.

 

-Non è un paese libero questo?- Continuò.

 

Gli uomini risero.

-Perché la legge impone di farlo; perché ci sono in giro dei fottuti zombie e noi siamo qui per bucargli la testa.

Perché il vostro odore è talmente forte che;

 

o sono due anni che non vi lavate o…- Non fece in tempo a concludere che Simon gli azzannò una mano.

 

-Via! Di corsa!- Urlò

 

-Cazzo!! Cazzo! Cazzo! Sono Morti viventi! Prendiamoli! Presto!- Cazzo la mia mano!!-Contorcendosi dal dolore.

 

I ragazzi cominciarono a correre allontanandosi dal gruppo.

 

Gli otto uomini li seguirono urlando come dei pazzi.

 

-Che si fa? Ora? Che si fa? – disse piangendo Markus.

 

-State calmi! Calmi!- Incoraggiò Nicolas.

 

-Sono più veloci di noi! Sono più veloci di noi!!- Piagnucolò ancora Markus.

 

-Sparpagliamoci. Sono otto e se li dividiamo forse potremmo anche combatterli- Incitò Nicolas.

 

-Combatterli? Ma sono Tiratori! Sono uomini specializzati! E noi solo dei ragazzi Zombie!- Pianse ancora correndo.

 

-Ora dividiamoci! C’è gente! Ci vediamo alla grata. Dietro la scuola ok?- Disse Simon.

 

I tre si divisero; Nicolas sentì il fiato di due di loro sul collo.

 

Le persone, tra i locali ancora aperti nella zona di permesso al coprifuoco, osservarono impauriti l’inseguimento.

 

Nicolas non vide più i suoi amici. Pensò a correre più velocemente possibile.

 

Per essere morto lui sapeva di correre quasi quanto un essere vivente.

 

Si voltò un attimo.

 

-Due! E parecchio tozzi! Bene!! Solo due.- Disse.

 

-Come fa a correre così? Sicuri che sia uno Zombie?- chiese uno dei due all’altro.

 

-Tu hai visto come il suo amico ha ridotto la mano a Valter…pensa a correre!

 

Nicolas svoltò in una strada secondaria! Poi ne prese un’altra.

 

Un sacco di gente lo osservava correre e non diceva niente;

 

poi sussurri

 

parole

 

dicerie

 

“E’ uno zombie!!”

 

“E’ uno zombie!”

 

Il ragazzo prese una strada larga ed affollata. Notò che c’era una festa di compleanno.

 

Si gettò dentro il locale.

 

Niente coprifuoco qui eh? Umani fortunati!-Disse.

 

Entro un una stanza.

 

Gli si pose davanti un ragazzo che lo guardò torvo.

 

-Il bagno scusa? Ho vomitato quelle patatine schifose- Disse.

 

Il ragazzo indicò una saletta.

 

Nicola ci corse dentro.

 

Poi voltò indietro ed entrò in un’altra sala piena di gente.

 

Attraversò altre due stanze.

 

-Ehi! Stai attendo a dove vai.- Gli disse una.

 

-Scusa! Scusa!- Replicò! Anche se avrebbe voluto mangiarsela in un solo boccone.

 

Quella corsa piena di adrenalina mortuaria gli aveva fatto venire una fame.

 

Usci da un retro; non seppe neanche lui come.

 

Prese un’altra strada.

 

Poi un’altra ancora.

 

Si fermò per rifiatare.

 

Il suo cuore ormai deceduto palpitava silenzioso.

 

-Uff!! Che storia! Ce l’ho fatta!- Esclamò.

 

-Chissà se i miei amici…- Non finì di ragionare che sentì un urlo

 

Un urlo di donna.

 

-Ma che cavolo?

 

Si guardò intorno

 

-Nessuno! Eppure mi pareva di aver sentito.- Pensò

 

Ancora un urlo.

 

-Proviene di la! Meglio andarsene!

 

-Vi prego lasciatemi stare! Vi prego! Voglio solo tornare a casa! Non mi mangiate! Vi prego!- La voce squillò tutto il suo terrore.

 

Nicolas rimase paralizzato. I suoi amici erano li ed avevano trovato anche una donna con cui cibarsi.

 

Voltò verso quella strada chiusa.

 

-Ehi! Che fate? Non ci cercano più?- chiese ai due amici.

 

Due ragazzi si voltarono verso Nicolas

 

-Cazzo Vuoi bambino?- Non vedi che abbiamo da fare?

 

Nicolas all’inizio non realizzò. Poi comprese.

Non erano Zombie ma Umani.

 

Per terra una ragazza piangeva disperata.

Non la vedeva bene al buio ma comprese che volevano farle del male.

 

-Vattene! Hai capito? Te non hai visto niente!- Disse uno di loro avvicinandosi a Nicolas.

 

Nicolas fece spallucce e si voltò per andarsene

 

Poi quella voce femminile gli entrò dentro; neanche lui capì come.

 

-Ti prego! Tu che sei per bene! Aiutami! Mi vogliono violentare!- La ragazza pianse.

 

-Violentare? Perché?- Chiese.

 

-Vuoi proprio una lezione vero?- Urlo cattivamente uno.

 

Uno di loro si gettò addosso a Nicolas che si spostò di un attimo per evitarlo.

 

L’altro prese un pezzo di ferro e lo scagliò contro il ragazzo che venne colpito in pieno ventre.

 

-Cavolo!- Urlo Nicolas! Quando è troppo è troppo.-

 

Il primo uomo afferrò Nicolas per il collo!

 

Nicolas gli diede un calcio nelle zone basse.

 

L’uomo indietreggiò andando addosso alla ragazza.

 

I due si rialzarono quasi insieme.

Uno di loro prese alle spalle Nicolas e lo cinse a se.

 

L’altro riprese la sbarra.

 

Nicolas non ci vide più.

 

Diede un morso al braccio di uno staccandoglielo completamente.

 

Un urlo lacerante nella notte parve acquietarla.

 

L’uomo senza più un braccio cominciò a barcollare impaurito.

 

L’altro forse non si accorse o forse mosso dalla paura scagliò di nuovo quel ferro contro il ragazzo.

 

Nicolas si abbassò e gli morse una gamba dilaniandone mezza.

 

Il terrore negli occhi dei due si fece palese.

 

Cominciarono ad urlare e scapparono.

 

Nicolas ingoiò parte di carne che gli era rimasta penzoloni alla bocca.

 

Prese il braccio staccato diede un morso e poi lo gettò lontano.

 

Si frugò in tasca e dopo aver trovato un fazzoletto, si pulì la bocca.

 

-L’igiene prima di tutto- Apostrofò.

 

Si voltò verso la ragazza.

 

-Ummm….dolcetto?- Pensò

 

La osservò a lungo.

 

Era svenuta.

 

Poi aprì gli occhi e impaurita guardò Nicolas.

 

Fece per lanciare un grido, quando lui gli disse:

 

-Tutto a posto! Sono scappati. Li ho menati!!-

 

-O Dio Mio ! Grazie! Grazie! Mi volevano violentare! Grazie! Se non ci fossi stato te.-

 

La ragazza tese la mano

 

come per essere aiutata a rialzarsi.

 

Nicolas ebbe un attimo di titubanza; poi anche lui allungò la sua mano e la tirò su.

 

 

-Che ci fai qui da sola?- Chiese

 

-Ero…

 

io ero…

 

La ragazza tremava come una foglia scossa dal vento della paura.

 

Si avvinghiò a Nicolas e l’abbracciò.

 

-Grazie! Infinitamente Grazie! Mi hai salvato la vita.

 

-No..io ecco no..- Lo zombie Rimase immobile.

 

-Piacere Mi chiamo Sofia! E te?

 

Sofia gli sorrise;

 

un sorriso mai visto

 

aveva così tanti denti pensò.

 

-Piacere Nicolas! Ora dovrei andare però- Rispose.

 

-Ah..si certo…senti Nicolas…dato che sei stato così carino…- Si fermò.

 

-Dimmi..

 

-Perché non mi accompagni a casa? Sono traumatizzata!- Gli chiese.

 

-A casa io?- Domandò stupito.

 

-Si te! E chi altri? Di chi mi posso fidare a quest’ora? Ma hai visto che gente circola in giro?- Sottolineò Sofia.

 

-Già! E poi ci sono anche quei tiratori li che…- Si ricordò quello che era e non concluse.

 

-Perché? Che hai contro di loro?- Chiese

 

-No niente! Ho sentito dire che delle volte hanno ucciso degli umani pensando che fossero..insomma…

 

-Quei fottuti zombi?-

 

-Ecco appunto!- Nicolas sorrise malamente.

 

-Allora? Mi porti a casa? Nicolas?

 

-Ma si come no! Sarà Un piacere.

 

 

Fine della seconda puntata

 

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