Sto qui in silenzio, composto al mio posto,
ormai annoiato dalle pagine dell’Ariosto
e ti guardo, e mi guardo, stupito di me stesso
poi mi alzo, un po’ nervoso, e vado al cesso.
È la prima volta, non so il tuo nome (normale!)
ma ho visto già gli occhi tuoi, sguardo gentile,
e, intanto, ti sento parlare della tua nuova idea
poi mi ritrovo a pensare “se soltanto fossi mia!”
Ho una poesia per le tue braccia e due canzoni
ma mi distraggono il capo e le sue espressioni
così non sentirò più la rugiada nelle mie mani
ché è ora d’andare e t’ho persa fino a domani.