Amore sul 33

 

Il gusto della solitudine, non ha confini. Marella è fatta così, da sola ad oltranza; per non morire subito, diceva.N’era convinta finché quel giorno ne vide i tratti: del viso asciutto e nodoso; del fisico invece sinuoso e morbido, come un cuscino di peluche. Avvenne sul 33, il bus delle sette e trenta, che tutte le mattine prendeva per andare a lavorare. Quel mattino la concentrazione le venne meno. Sulla sua scrivania, il telefono squillava a vuoto ed il monitor del pc balbettava frasi prive di senso, del tipo nevica d’agostosei tu la più bella del reameti trovo ok stamane! …Il volo di Ketty, l’ultima nata tra le mosche dell’ufficio, pareva quello di un airone ed i sorrisi dei ragazzi dell’ufficio avevano un’aria così insignificante…Chissà se ci sarebbe stato un altro incontro; cosa avrebbe dovuto fare, per rivedere lo splendore di quegli occhi color vetro, per tornare a respirarne l’aria, ad accoglierne lo sguardo complice e furtivo. Prese a svegliarsi un’ora prima del solito, per esser bella e pronta e giungere al bus, con almeno venti minuti di anticipo. Ma per una settimana, niente da fare.

Niente frasi d’amore appassionate, niente labbra tenere e infuocate, niente sogni e tanta, troppa solitudine a quegli appuntamenti solamente immaginati. Finché un mattino, riconobbe dal basso l’orlo di una minigonna blu; ed una voce rotta dall’emozione, le chiese di non salire.

Sarebbe scesa lei, la dolce Gina. E tutto venne facile: una mano sull’altra, una carezza sul naso…ed un bacio tenero a chi, da sola, non sarebbe rimasta più.

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