Dialogo col pallore
di un’orchidea ricurva.
Chino io stesso
a sfiorare la trascendenza
del colore.
Pari all’immediata
scioltezza della tua pelle.
Del vaso trafiggo
la stolida trasparenza
di poche dita d’acqua.
Ti scorgo in un riflesso,
adorata, dorato.