Tutte le cose ritornano di Loredana Costantini (Youcanprint)

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Ad una superficiale lettura, rimarrebbe solo la splendida ironia che trasuda dall’intero lavoro di quest’autrice. Invece quando si chiude il libro “Tutte le cose ritornano” di Loredana Costantini, tutto un ricco campionario di suggestioni investono chiunque si accosti a questa pubblicazione. Obiettivo dichiarato dall’autrice, è quello di parlare della morte, o meglio dell’evento ultimo delle nostre esistenze, con quella leggerezza che ci permette di evitare inutili sovrastrutture o fumose divagazioni. Intanto possiamo subito dire che si tratta di un romanzo breve o racconto lungo a seconda di come si cerchi di catalogare sul piano formale il lavoro in oggetto. La scrittura è agevole, bilanciata sul piano dello stile che avvince e lega. Premetto che si tratta di un’opera prima, ma che promette senz’altro bene sulle qualità della scrivente. Il mix di nuances fa l’occhiolino a molta letteratura partenopea da Totò ad Eduardo De Filippo, e un tipico titanismo romantico non può non far pensare da subito al Leopardi migliore, e se volessimo essere un po’ pop, potremmo includere benevolmente per il cinema Tim Burton, e per la musica i Cure. Ma bando a queste divagazioni, i personaggi che mette in scena la Costantini, sono “extra-mondani” e in una specie di “eterno ritorno” rivivono incessantemente una parodia delle loro vite terrene”. Vi sono dunque due coppie di amici che animano il ‘salotto del camposanto’, Leandra e Eva, Piero e Rocco, equilibrati quanto a rapporto di forze interagenti, continuano la vita di sempre: cenano, spettegolano, fumano, amano. Vi sono scene in punta di penna godibilissime, comiche, a volte più rudi, ma mai banali o eccessivamente ridondanti 


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