Recensione al Libro “Petali di Parole” di Isabella Verduci a cura di Cristina Rotoloni

 

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 “Petali di Parole” pubblicato da Laura Capone Editore è la raccolta di poesie di Isabella Verduci.

L’autrice emerge all’interno delle opere con la sua sensibilità e la sua positività, nonostante i dolori della vita che imprime sulla carta. Dopo una prima lettura, sono tornata nuovamente sulle poesie per soffermarmi su alcuni passi che mi hanno particolarmente colpita. In ogni opera ho trovato una frase che mi ha fatto riflettere o che mi ha emozionata. Infatti nel libro di Isabella le parole scolpiscono immagini, le quali concretizzano i versi e rimangono nella mente come: “Lucidi scogli stesi al sole ad asciugare”.

In particolar modo mi è piaciuto il “pudore” dell’autrice nell’esprimere la sua interiorità amalgamandola con la fusione del suo essere nell’ambiente circostante. 

Mi ha inoltre colpito la considerazione di Isabella in cui dichiara che: “La poesia è dappertutto, non si deve pensare di non essere capaci di goderne; ognuno può fermare un pensiero, un’emozione seguendo il proprio modo, al momento giusto”. Interiorizzando questa sua considerazione ho letto le sue poesie nel momento in cui ero aperta all’idea di poter “violare” l’intimità di una persona e leggendo i suoi versi, Isabella si è rivelata nel suo crescere e nel suo vivere. L’ha fatto con tatto e allo stesso tempo con fermezza, perché è una scrittrice delicata, sensibile, ma anche intensa.

Le sue poesie sono immagini di una vita increscendo, che si soffermano principalmente sull’amore per i figli e l’uomo che ha accanto, per poi spaziare su tutto ciò che tocca la quotidianità. La delicatezza delle tonalità pastello con cui scrive, si mescola sapientemente con l’incisività dei paragoni e delle metafore utilizzate per esprimere la sua interiorità celata, speso, attraverso fotogrammi della natura che ben conosce. ’unione imprescindibile dall’autrice con l’ambiente emerge dalle poesie ed in esse si fonde con la natura per rinasce parte integrante dell’universo, come in: “Appartengo al mare” o in “Un cucchiaio di mare”. Questa sua fusione si manifesta con versi come: “Il mio nome è rugiada” o in “Mare calmo come il ventre materno”.

L’esistenza è però fatta anche di dolore e in Isabella esce e si tramuta all’interno dei versi in: “Il respiro della pioggia piangente/trafiggerà bolle di sapone effimere e giocose” o in: “Straccio un lembo di respiro/la nebbia scende sul mio dolore e non la sento”. Possiamo anche citare: “Ci si ritrova pericolanti sulla curva del ventaglio/e siamo tutti acrobati su piccoli risvolti di seta”o in “Questo mio respiro… è tutto ciò che mi rimane”.

La vita è un passaggio e nel suo divenire l’autrice l’accetta e vi si rapporta con parole come: “Nonostante il tempo scorra via, tengo in tasca briciole di istanti felici” o in “L’addio sta mutando come pelle di serpente”. La scrittrice mostra, tramite i propri versi,  la capacità di sapere accettare ed affrontare il dolore, anche se lascia i segni del suo passaggio.

Nonostante questo, cerca e vive comunque il bisogno di riscatto e lo fa con versi come. “Avrò le mani ferite che guariranno racchiuse nelle tue” o in “Liberi di esistere in qualsiasi respiro che mi sussurra: -vivi!- …e sono sempre io in un giorno qualsiasi” oppure in  “Aspetta il tuo sole, fiera guerriera, aspetta domani”. Così Isabella rinasce a nuova vita e ci mostra il coraggio di guardare avanti nel nostro quotidiano, sapendo aspettare.

La donna che è in lei si manifesta nel suo essere madre con: “Abbraccio la tua fragile innocenza” o con “Sarete la più grande sorpresa, la speranza così tanto attesa” o anche in  “Si affaccia il viso del mio bimbo: è la finestra del mio cuore, e per lui è sempre aperta”.

Altrettanto intenso il suo rapportarsi con l’amore e scrive “Il tuo nome è domani./Da domani inizio da te” o “Niente sarà come prima di te” oppure in “Abbracciata al tuo cuore parlerò felice al mio silenzio”.

Isabella si mostra con queste parole e pur portando avanti versi come “Non è rancore, sono brandelli resistenti di dolore” trova il coraggio di vivere il quotidiano con un passo verso il futuro e lo esprime a pieno nella poesia “Il lancio” o nelle parole “La mia anima recisa che adagio, adagio guarirà. Sì, guarirà”.

Non potevo non parlarvi di lei citando i suoi stessi versi e per concludere uso altre righe poiché l’autrice dice “Quasi quasi stanotte ci riprovo..” Righe dedicata al sonno e ai sogni, ma sono adatti a me per dire ad Isabella che le sue parole sono arrivate al lettore, il quale spera che domani non solo ci riproverà, ma che continuerà a donare i suoi “Petali di parole”.  


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