Recensione al Libro “L’innocenza Ricercata” di Stefano Galazzo a cura di Cristina Rotoloni

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“L’innocenza Ricercata”, il libro edito da Medea, è un’attenta analisi sulle canzoni di De André realizzata come tema di tesi dall’autore Stefano Galazzo. Ho letto altre tesi successivamente pubblicate che mi hanno attratta sotto l’aspetto culturale, ma non mi hanno poi realmente coinvolta. Diversamente è andata con questo libro che ha invece colpito la mia attenzione perché è stato un piacevole viaggio nel mondo di De Andrè ed ho avuto modo di scoprire il cantautore genovese sotto un’altra prospettiva. Nel leggere il libro mi sono ritrovata ad associare De Andrè ad un pittore tanto discusso quanto Caravaggio. E’ stato un paragone istintivo basato sul fatto che l’artista cinquecentesco ha inserito nelle sue opere i volti e le immagini di gente trovata per strada, emarginata e conosciuta nei bassifondi di Roma, così come De Andrè, in un’altra epoca e con un’altra forma d’arte, ha raccontato le immagini del mondo umile e rifiutato dei ghetti genovesi. Probabilmente è un’associazione del tutto soggettiva, ma tramite le parole di Stefano Galazzo ho avuto il piacere di scoprire che De Andrè mostra, come Caravaggio, l’uomo nella sua più naturale autenticità, spogliato dalle maschere e dalle etichette. Mostra l’individuo e le sue capacità apparentemente più nascoste, ma infinitamente più umane. Uomini comuni che non guardano il galateo, ma vivo di sentimenti e di purezza. Uomini che si espongono nella loro fragilità, innocenza e nella loro forza. Caratteristiche che contrastano, nelle canzoni del cantautore genovese, con le nefandezze del potere e del dominio. Un altro collegamento tra i due personaggi l’ho visto nel fatto che Caravaggio dipinge le cortigiane e le donne di strada come protagoniste nei suoi quadri. De Andrè, ci spiega l’autore del libro, canta storie di prostitute che compaiono sia come personaggi importanti sia come rappresentanza della sessualità sia come elementi in equilibrio tra il bene e il male, ma ancor più e spesso come figure alla ricerca della libertà, lontane dalle convenzioni sociali. Galazzo ci racconta la novità dei testi con cui il musicista mostra l’inquietudine dell’anima e la sofferenza dello spirito. De Andrè, infatti, è anche colui che canta dei bambini, della loro innocenza frantumata e calpestata dalla bramosia del dominio degli uomini. E’colui che ci sottolinea la mostruosità dei conflitti parlandoci dei soldati, vittime dell’aberrazione della guerra che, se pur mostrata come devozione alla patria, si rivela come servilismo e morte inutile per il piacere di pochi. Un’altra particolarità, evidenziataci dall’autore del libro al quale dedica molte pagine, è che De Andrè si sofferma molto sull’immagine di Maria bambina, donna e madre soprattutto sotto il punto di vista umano. Stessa cosa fa con suo figlio Gesù, rendendoli entrambi terreni, concreti e facendone risaltare il loro essere individui, con un proprio punto di vista, con la loro sensibilità, con la loro solitudine davanti ad un mondo corrotto. La solitudine, appena citata, è un altro elemento importante evidenziato da Stefano nei testi di De Andrè. Essa che è un elemento pregnante di tutta l’opera del cantautore genovese viene vista sia come abbandono dell’individuo sia come emarginazione, ma anche come amica, come luogo di rifugio dove salvare l’anima e la propria purezza. La solitudine, nelle canzoni del cantautore, può essere una ricerca della propria libertà, un grido dedicato al riscatto delle anime semplici e pulite. “L’innocenza ricercata” è un libro che mi ha fatto conoscere ancor più l’artista, l’autore, l’uomo Fabrizio De Andrè.  Dalle parole di Galazzo ne emerge un cantautore abietto alle etichette sociali ed attento osservatore. Non un eroe, ma un semplice uomo che scruta la vita e preferisce, invece di giudicare senza sapere, conoscere e ragionare sugli eventi. Riflettere e pensare con la propria testa più tosto che farsi influenzare dall’opinione comune. Probabilmente, se ci penso, nella nostra società questo è eroismo e coraggio. De Andrè in queste pagine è individuo alla ricerca (come da titolo) di “un’innocenza” e di una purezza d’animo che va trovata oltre l’apparenza, la superficialità, l’agiatezza economica e del potere. Posso quindi confermare che il libro di Stefano Galazzo è stato per me un piacevole percorso che mi ha mostrato in modo più approfondito il comunicatore De Andrè. L’uomo che, tramite le sue canzoni, non ha permesso alla società di omologarlo. Ringrazio Stefano per avermi dato questa opportunità ed invito tutti voi a leggerlo per scoprire Fabrizio De Andrè, per saperne di più su questo grande cantautore genovese e per soffermarsi a riflettere sul contenuto delle sue canzoni.

 

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