Parlavi a sillabe disciolte
sulle prime note dell’alba,
un chiaroscuro morigerato
di sensazioni e violazioni.
Spronavi il risucchio d’aria
che gorgogliava in gola
e disfacevi parole d’amore.
Io palpito del tuo cuore
scivolavo tra le dita,
pieno possesso dei pensieri.
Urgeva il richiamo della luce
che scandagliava gli occhi,
non riconoscevo il tuo profilo
permeato di falso lucore.
E inseguivo i tralci dei capelli
dove balzava la nuda spalla.
Mi inebriavo del silenzio,
e accettavo il lasso rancore
di una notte addormentata.