“E tu chi sei?”.
“Bent-el-Rhia… È il nome arabo di Pantelleria”.
“Cosa vuol dire?”.
“Bent-el-Rhia… Figlia del vento… Dicono tutti che è stato lui il vento, a condurmi qui: in quest’isola”.
…L’incontro con quella giovane donna lo aveva profondamente segnato: era da tempo immemorabile che non si sentiva più così, che non provava più certe emozioni e perchè no?, certi sentimanti, fino ad allora riposti disordinatamente e dimenticati in un antro profondo della sua anima, accatastati come una massa informe senza più alcun significato, erosi e indistinguibili.
Non sentiva più il bisogno di porsi dei quesiti su colei che asseriva di essere ‘figlia del vento’: ognuno di noi è alla fin fine quello che è o che vuole o che può essere.
Perchè continuarsi a negare pur di dare delle risposte senza che la vita stessa allo ‘stato puro’ ci chieda niente?
Avere la fortuna di poter esistere, di esserci, è quanto basta per percorrere quell’imperfetto cammino interiore aperto alle realtà che ognuno vive e reputa più congeniali, alle quali ognuno si plasma con le modalità e le forme che ritiene più consone alla propria unicità e irripetibilità…
Roberto Nigro nasce a Benevento nel 1953.
È laureato in Sociologia, attore di teatro, cinema e televisione, è autore di testi teatrali, poesie e narrativa.
Nel 2010 ha già pubblicato il romanzo “Il mago della pioggia” (ed. Lampi di Stampa) e con “Figlia del vento” riprende il già affrontato tema del viaggio, anche e soprattutto simbolico e introspettivo, intrapreso dalla ricettiva personalità del protagonista di entrambi i racconti: il commissario Davide Latela.
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