Molto spesso, l’aver a che fare con uno scritto, nel senso che ne siamo stati autori, ci autorizza ad inseguire la scia di una pseudo-popolarità che quasi inevitabilmente, termina così come era iniziata…in maniere fulminea…e ci distoglie dal senso della nostra “missione”, quella di tramandare il nostro pensiero, il nostro sentimento, a coloro che ne votranno essere i degni custodi…
Perchè scriviamo per il Mondo, e non per autoesaltarci, specie quando ci perdiamo nella speciale contraddizione che vede impegnati i termini poeta e poesia, ma che a tutt’oggi, non trova il giusto equilibrio in una sintesi che ne contempli al contempo l’uno e l’altra compentradosi a vicenda, e soprattutto senza svilire l’anima di nessun termine “contendente”.
Riflettiamo, invece, che abbiamo in mano un’enomre possibilità, di creare e disperdere forze in esistenze che ci appartengono dalla prima all’ultima sillaba usata per descriverle…
Riflettaimo che lo scrittore ha sempre un’altra possibilità nella propria vita, e che scrivere può costare la vita: una vita vissuta intansamente val la pena di essere raccontata.
Ecco perchè uno scrittore non si cura di altro che di trascrivere le proprie emozioni…non sale mai su un podio, non si lascia osannare, sa che ogni opera è l’ultima in ordine di tempo, ma la prima di un nuovo percorso evolutivo, che reca in sè la potenza di ciò che sarà.
La scrittura non è una bella donna di cui vantare la conquista…, ti sfugge appena ti distrai un attimo, appena giri gli occhi altrove, in cerca di questo o quel pensiero…che non cresce, non si affila a quello precedente nè a quello immediatamente successivo…la scrittura non ti apparterrà mai definitivamente, ma è una creatura in continua partenza…
F.F, Autrice e Direttore Editoriale per la Rupe Mutevole Edizioni.
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