Cavalca questa memoria d’alba
il variegato souvenir dei tuoi baci,
l’hai prelevato dal cassetto dolceamaro
della linfa che anima il tuo corpo.
Ove urtano ancora i cocci spigolosi
delle maschere mai del tutto infrante.
Ti rincorrevo a salutare gli anelli
trastullanti delle dita aperte,
oscillava il sorriso sulle labbra distese
e mutavano il mio nome dolceamaro
nella ragnatela flessibile di un ricordo.
Aspiravo l’aria che fessure indolenti
regalavano ai bisogni delle azioni,
non indovinavo i tuoi quesiti
e sapevo ch’erano sabbia umida
del variegato souvenir della memoria.
Poi soffocai l’ultimo anello di fumo
che rifuggiva la brace mai del tutto spenta.