Un sorriso in una lacrima. Recensione.

Il racconto, autobiografico, parla di un adolescente e la sua ricerca del piacere. Detto così non può che essere assimilabile alla vita di ognuno di noi. “Eterni bambini” a parte, chi di noi non è stato adolescente? Nel caso di Eros si tratta di un percorso di scoperta, crescita e dolore.
L’opera è un ottimo scritto, scorrevole, lucido e ben articolato.

Nelle poche righe delle notizie biografiche, l’autore precisa: “scrivere e descrivere le tappe più taglienti e incancellabili della sua vita pur non sapendo cosa sia un libro né da dove si debba iniziare per stilarlo.  Si mette in gioco e sfida la sorte”.

Io non so quanto davvero l’autore ne sia inconsapevole, ma se dimostrare a se stesso di saper e sapersi raccontare è il suo fine ultimo, credo vi sia riuscito egregiamente.

Un passo rilevante del racconto è quello in cui appare un oscuro figuro, Gregor, intorno al quale ruota tutta la narrazione del protagonista. La singolarità del personaggio e l’attenta e accurata descrizione che ne fa Eros, determinano una deliziosa parentesi narrativa. La figura di Gregor è sorprendentemente atipica rispetto a qualsiasi altro racconto. In ogni storia è sempre presente la figura di un vecchio che, con la propria saggezza, incide sul percorso di vita dei protagonisti.  Nel racconto in questione, invece, le cose appaiono diametralmente opposte. Grazie al contatto con il ragazzo, il vecchio, sapientemente utilizzato come una sorta di “spalla”,  cresce.

Sebbene l’opera sia caratterizzata da leggerezza e ironia, c’è un momento in cui l’autore parla di abuso subito in infanzia e che l’ha segnato in modo indelebile. Potendo finalmente spiegare a se stesso le ragioni dei propri crucci, descrive il momento di buio improvviso e la conseguente presa di coscienza, in modo davvero efficace.

Pare che alcuni sostengano non possa essere storia vera.  Che sia un racconto vero? Che non lo sia? Poco importa. Chi mi conosce sa bene quanto io sia razionale e lucida nel mio modo di interpretare ciò che mi circonda, ma sa anche cosa penso delle “storie”.

Le storie esistono. Quando un autore arriva a scrivere un racconto, quel racconto vive già da tempo. Le storie sono nell’aria come la scultura all’interno del blocco di marmo. Come lo scultore deve solo rimuovere la parte superflua di marmo, lo scrittore deve solo avere la capacità di cogliere le storie.
Per i contenuti erotici il libro è sicuramente una lettura per adulti. Tuttavia, ritengo che l’autore sia un gran esempio per coloro che hanno subito abusi e che, per una ragione o per l’altra, hanno preferito “perdere la memoria” piuttosto che affrontare il dolore.

Sono molti i motivi per cui vale la pena leggere il libro, anche se credo che quest’ultimo sia più che sufficiente.

Diletta Nespeca

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