Un sapore che torna

Tu sei li che ti sfiori le ali,
e un sorriso ti coglie
pensando al tuo volo.
E’ un sorriso che attinge ai ricordi,
ai profumi di bosco,
a un sapore che torna vibrando tra i tanti
e un rumore che è appena nascosto.
E ti fermi a sentire il tuo tempo che passa,
si… ti fermi aspettando,
tra un virare e un planando
e ti sembra che a volte riesca davvero.
Poi succede che il vento, scherzando,
ti proponga una danza improvvisa,
un frullare imprevisto
la profonda emozione di un gesto…
e sapendo che tu vivi di questo
te lo porga facendo un inchino:
ammucchiando di nuvole il cielo
e piegando le fronde
più forte ti bacia.
E’ così che si impara a volare?
Tramutando in un onda costante
l’eccezione, il tuo sguardo impotente,
l’amarezza che a volte ti prende
e nasconde il tuo ruvido umore
tra una ruga o una piega del cuore
che più spesso non fa differenza?
Fai un distinguo:
questo odore che sento non è il mio
non in questo momento…
ed un brivido freddo ed intenso
da un frullare che è come uno schiaffo.
Io son qui che mi guardo le ali,
e un sorriso mi coglie
pensando al mio volo.
E’ un sorriso che attinge ai ricordi,
ai profumi di bosco,
e a un sapore che torna
vibrando tra i tanti.

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