Sorriso ad ogni costo.

 

Sorridere ad ogni costo sul posto di lavoro può essere una scelta o un’imposizione a seconda del tipo di rapporto che si ha con il pubblico. Resta il fatto che anche negli uffici in cui si ha a che fare unicamente con capi e colleghi è richiesta la presenza e un comportamento socievole e possibilmente sorridente, pena l’esclusione dai rapporti interpersonali e l’emarginazione dal gruppo. Premesso questo si capisce chiaramente perchè molte persone preferiscono fingere il buonumore piuttosto che esternare il reale stato d’animo che potrebbe non coincidere con ciò che viene implicitamente richiesto
nell’ambiente lavorativo. Tutta questa finzione però sembrerebbe non apportare benefici personali a livello emotivo ma tutt’altro.
Emerge infatti da una ricerca recente condotta dallo psicologo Brent Scott (pubblicata sul numero di febbraio dell’Academy of Management Journal), che chi non si sottrae a questa recita rischia l’esaurimento emotivo. Ed in particolare le donne sembra che siano più vulnerabili rispetto a questa problematica. Tutto questo non è altro che l’ulteriore dimostrazione di ciò che nella società occidentale viene considerato il valore per eccellenza : l’apparenza. L’importante è lasciar trapelare ciò che si aspetta colui che abbiamo di fronte, non essere trasparenti, sinceri ed onesti. Tanto più se a chiederci un sacrificio del genere è il nostro datore di lavoro, colui che tramuta in soldi non solo il nostro operato, ma anche quello che lui reputa un ‘comportamento corretto’ sul lavoro e che io chiamerei piuttosto un ‘comportamento indotto e tendenzialmente falso’.

 

 

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