Ricami attenti, fini,
sinuosi vagiti
di perle rubiconde
Morsi di brace tiepida
sulla finestra salmastra
socchiusa al respiro
verde dell’ombra di platino
Attendo il tempo
sulle rupi fintamente quieta
mentr’esso si diverte a giocare
con le mie viscere annodate
inventando farfalle vive.
Crude nudità e prati assenti.
Ho fame di casa.
Eppure,
a volte sembri luce
e in te germoglio.
Ubriacandomi
delle tue affilate
colme lune.
Sventro la notte
poi
m’inciprio d’alba.
Elena Condemi