Recensione – Schianti – di Leonardo Manetti a cura di Emanuela Arlotta

 

 

La vita, in alcuni momenti, sembra toglierci tutto, ci annega nella disperazione senza darci spiegazioni. Ma, spesso, con il trascorrere del tempo, ci rendiamo conto, invece, che ci sta restituendo qualcosa di molto importante e inaspettato. Questo è il caso di Leonardo Manetti.

L’autore ha iniziato, infatti, a manifestare il suo mondo interiore attraverso la poesia in seguito ad un incidente di cui parlerà in alcune liriche contenute all’interno della silloge ‘sChianti’ (Tempo al libro Editore) ‘Attimi di follia, / mare di urla: / avvolto dallo spavento / si affaccia l’impotenza.’  ‘Il soffitto: la mia finestra, / bianco il mio paesaggio… / Rassegnato all’evento, / disteso nel letto

All’interno di questa raccolta si evince con chiarezza l’animo trasparente e pulito che appartiene senza ombra di dubbio all’autore, il quale, con il coraggio della verità, ci conduce attraverso i suoi percorsi interiori, scardinando ogni barriera pur di mostrare la sua nuda profondità al lettore.  Le sue riflessioni tendono a riportare chi legge alla concretezza della semplicità ‘Malinconico il correre / riempie le nostre giornate , / si perde l’essenza / semplice e genuina’.

Tra i temi ricorrenti e sapientemente intrecciati di questo lavoro di Leonardo Manetti  troviamo l’amore, quello che fa tremare e che non si camuffa dietro maschere o paure – ‘Il cuore strabatte / le mani tremano / il pensiero vola / le parole si sbagliano / ogni momento è unico /”Ti Amo così tanto”’

Il suo amore per la sua terra, per le sue origini permea tutta la raccolta e fa da cornice a molti dei suoi pensieri poetici ‘Un fiore mi saluta / dondola nel vento /lieve il suo fruscio /accarezza la mia pelle / Un albero mi guarda / sembra dirmi qualcosa, / lieve il suo fruscio /racconta la sua storia’.

La sua emotività si percepisce attraverso le righe, quasi fino a far sfiorare al lettore le sue oscillazioni. La semplicità di esposizione diventa complessità di pensiero in un gioco quasi impercettibile, amore e dolore si intrecciano e si compensano lirica dopo lirica, fino a giungere all’epilogo scritto e spiegato direttamente dall’autore attraverso un dialogo aperto e sincero nel quale trovare spunti per poter rileggere in maniera più profonda e consapevole l’intero lavoro, sperimentando così, insieme al poeta, la rinascita dal baratro del buio e comprendendo insieme a lui la vera essenza di ogni gesto e di ogni percezione del quotidiano.

 

 

Emanuela Arlotta

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