Recensione: “L’ultima vita” di Mohlin e Nyström A cura di Maria Stella Bruno

John Adderley è un agente FBI la cui ultima missione è stata di infiltrato nel pericoloso cartello nigeriano. Ha rischiato la vita, finendo in ospedale, e ciò lo ha traumatizzato.

Quando riceve da sua madre un plico con le indagini di un caso di sparizione avvenuto in Svezia, dieci anni prima, decide di indagare. Perché in quel caso c’è qualcosa di molto personale per lui…

Così, inizia il romanzo, su due linee parallele e lontane nel tempo: nel 2019 John, dal suo letto d’ospedale, legge le testimonianze del caso dell’ereditiera Emilie, scomparsa misteriosamente, dopo aver postato su Facebook una foto del proprio braccio con lo strano tatuaggio (tre quadrati, due dei quali con un piccolo segno di spunta) inciso e completato (l’ultima spunta sull’ultimo quadrato) con un rozzo segno, e nel 2009, dal punto di vista del padre della ragazza apprendiamo tutto ciò che accade e come iniziano le indagini…

Naturalmente, quando John giunge in Svezia, sotto falso nome ottenuto grazie al Programma Protezione Testimoni, le due linee temporali si ricongiungono ed il romanzo prosegue in un incalzante ritmo votato alla scoperta della verità.

Thriller ben orchestrato, fluido nella narrazione, curato psicologicamente, ha anche il pregio di un protagonista molto umano nei suoi limiti, rompendo lo stereotipo dell’agente FBI tutto d’un pezzo, eroico, che “prende un paracetamolo e va avanti”(come dice una collega di John), ma comunque molto intuitivo, efficiente e corretto.

Lo stile è accattivante, i colpi di scena non mancano e gli scrittori hanno il pregio di non nascondere alcun indizio.

Così, il lettore può seguire le indagini e farsi le proprie opinioni.

Da soli si può capire il significato del tatuaggio e, se si è attenti, ad un certo punto, si può persino arrivare a intuire chi sia il colpevole, senza togliere niente al piacere delle rivelazioni.

E tutto questo, oltre una storia mai banale, rende la lettura entusiasmante.

Quando ho chiuso il libro, avevo quasi voglia di riaprirlo e rileggerlo per confrontare la narrazione nell’ottica delle scoperte fatte.

Poi, l’ultimo colpo di scena lascia il desiderio che gli autori scrivano presto una nuova avventura di John Adderley…

Consigliatissimo!!!

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