Recensione ‘L’ultima stanza in fondo al corridoio’ di Alessandra Brisotto a cura di Rosanna Lanzillotti

 

“L´ultima stanza in fondo al corridoio“ di Alessandra Brisotto

A volte, viaggiando in metropolitana o in tram per raggiungere il nostro posto di lavoro, può capitare di riflettere sul libro scelto semplicemente per avere un po´ di compagnia durante i lunghi tratti stradali o le lunghe percorrenze temporali. Improvvisamente poi, mentre la lettura assorbe i nostri pensieri fermata dopo fermata, ci si accorge che tra le righe di quelle pagine c´è molto di più di un insieme sparso di parole destinato a completare un viaggio di trenta minuti da casa al posto di lavoro. Ci rendiamo conto che avremmo voluto immergerci in quella lettura magari seduti in un posto sicuro e comodo dove poter raccogliere i nostri pensieri per renderli in qualche modo discretamente complici con quanto quelle pagine rimandano alla nostra mente, alle nostre emozioni.

Se ad esempio scegliessimo il romanzo “L`ultima stanza in fondo al corridoio“ di Alessandra Brisotto, ci ritroveremmo a leggere le parole che compongono o meglio ricostruiscono, la storia di una vita. Suggestivamente la nostra e quella della protagonista del romanzo: Bianca.
Una donna alla ricerca disperata di ricostruire se stessa attraverso la via del perdono che, per arrivare a questa meta, decide di percorrere un cammino che incoraggerà anche il lettore a ritrovare quei lati oscuri della propria esistenza, capaci di perdonare chi gli ha lacerato l’anima e la vita.
Perché ognuno di noi nasconde, o potrebbe nascondere nel suo intimo, profonde sofferenze a volte mai riconosciute o mai accettate.
Leggere questo romanzo è percorrere una strada ben delineata già dalle prime righe della sua narrazione:
“A te“

Un percorso tracciato con cura e profonda attenzione a non abbandonare mai nel divenire degli eventi la via dell´amore che conduce al perdono. Per fare tutto ciò è però necessario non aver paura di riconoscere e analizzare ogni aspetto negativo o meno della propria storia. Una delle particolarità di questo romanzo consiste nella capacità della sua narratrice, Alessandra Brisotto, di renderci silenziosi e attenti spettatori degli eventi narrati e, allo stesso tempo, co-protagonisti della storia di Bianca. E´un cammino il suo, il nostro, attraverso i ricordi di una bimba non voluta perché frutto di un evento casuale e mai accettato, divenuto beffa nell’esser nata femmina. E´proprio questa dura realtà e la sua presa di coscienza che nel prosieguo del racconto di cose positive e negative, la aiuteranno a scoprirsi una donna completa. Una donna che nonostante sia stata posta dinanzi a dure prove, non ha mai smesso di riconoscere la netta differenza tra luce e buio, bene e male. C´è sempre un raggio di luce che illumina il suo cammino indicando con impetuosa chiarezza la via da percorrere. I sentimenti che, attraverso espressioni brevi e chiare sanno riempire con dolce fermezza l´animo di chi narra e di chi legge, sono lo strumento che permette alla protagonista di divenire una donna in grado di rimettere insieme i pezzi della sua anima lacerata, della sua vita proiettata verso la luce della speranza e dell´amore. Una luminosità che saprà indicare alla protagonista, e al lettore attento, quali sono i pezzi del puzzle della propria esistenza da unire o separare anche quando sembrerà di vivere in una notte senza stelle, completamente dispersi nel buio profondo dell’universo umano.
È la raffinatezza e la sensibilità della terminologia espressa dalla scrittrice Alessandra Brisotto, il suo stile poetico e al contempo realmente forte che donano, alla protagonista femminile del romanzo, la capacità di interpretare un ruolo mai eccessivamente delicato e femminile e mai esageratamente duro e maschile, ma di essere semplicemente il cuore di un embrione in evoluzione, disposto a diventare la parte femminile del suo universo.
Un altro aspetto degno di nota in questo romanzo è la fluidità narrativa nell´alternanza descrittiva del tempo e del luogo nel quale lo spazio temporale trova la sua esatta dimensione. Il passato e il presente si mescolano quasi a diventare un tutt`uno con la realtà che lentamente si distacca dalla protagonista e da coloro che l´accompagnano nel suo cammino nel tentativo riuscito di ritrovare una nuova area di vita nella quale realizzare se stessa.
Pensieri che si alternano, riferimenti linguistici controversi, ma mai ossessivi, parole che si dibattono tra loro al fine di riconoscere la giusta direzione per raggiungere la meta principale di questa storia: il perdono e con esso l´amore.
L`esistere per ciò che si è e non per ciò che gli altri vogliono tu sia.
Il bisogno assoluto di essere, seppur distante da luoghi, cose e persone dai quali avrebbe desiderato essere amata:
Vive da sola Bianca
Se n´è andata
Vive da sola, nel suo millimetrico castello, a Colonia
Finalmente sola

Le sue espressioni arrivano dritte al cuore, dando spazio a tutta l`intensità dei pensieri nei quali riconoscere con profonda lucidità la presenza e l´assenza di noi stessi:

tutto scompare – resta l´amore

Bianca sono io Bianca sei tu

Consigliato a tutti coloro che intendono affrontare il presente e il futuro a volto scoperto!

Rosanna Lanzillotti

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