Recensione a -La Sfera- di Emanuela Arlotta a cura di Rosanna Lanzillotti

 

Qualche tempo fa mi è accaduto di leggere quanto un libro sia il riflesso sincero e vero di chi lo ha scritto e di rendermi conto di quanto ciò fosse veritiero.

Leggendo “La sfera” di Emanuela Arlotta mi sono accorta che è proprio così!

Questo romanzo, al quale si accompagnano diversi altri brevi racconti, rivela fin da subito la profonda sensibilità con la quale l’autrice ha saputo dipingere quell’aspetto umano che solo ed unicamente una donna può descrivere e sentire fino in fondo: l’amore materno

Raramente mi è capitato di vedere così ben descritto questo sentimento connaturato in ogni essere femminile e così spontaneamente espresso come di contro accade tra le pagine di questo romanzo.

Nel primo racconto, “La sfera” che dà il titolo all´intera opera,  la protagonista di nome Luna si trova ad intraprendere un viaggio fantastico attraverso una sfera guidata da un bambino che ha il difficile compito di condurla attraverso esperienze piacevoli o meno, ma sempre con una maturità ben più ampia di quella di un adulto.

Sarà questo utilizzo metaforico del viaggio a descrivere in un unico ritratto le vite di una donna e di un uomo costantemente in faticosa risalita contro le loro paure dalle quali uscire solo e unicamente insieme.

Degna di nota è la capacità di Emanuela Arlotta di descrivere il sentimento della paura nei confronti delle proprie verità in modo sempre equilibrato conducendo il lettore in un percorso di scoperta pagina dopo pagina fino ad un inatteso finale a sorpresa del primo racconto attraverso l’intuizione narrativa di un nome scritto sulla mano della protagonista.

La sensibile e raffinata trasfigurazione dei timori inconsci risulta in questo libro sapientemente modulata e ammorbidita dal senso di protezione messo a difesa di noi come figli di genitori altrettanto bisognosi di averne, in un gioco di scambievole alternanza tra oggetto e soggetto della narrazione.   

Una delle attrazioni di questa opera è la capacità della scrittrice di creare attraverso uno stile lineare un chiaro scambio di ruoli. Lì dove ci si aspetta che sia la madre, o il padre, a proteggere il bambino ecco che l`utilizzo sagace del pensiero parallelo trova spazio lí dove il nostro mai sarà il sempre dell’altro e la fine soltanto un nuovo inizio.

La sorpresa, il senso di equilibrio, l´elemento fondamentale che unisce un essere ad un altro, l´amore, il non aver paura di scoprire la verità e l´avventura, sono le linee conduttrici dell´intera opera. L’autrice coniuga in questo romanzo valori d’altri tempi e moderne frustrazioni in un connubio complice tra essere e divenire, come un sorriso tra amanti, consapevoli di esserlo prima ancora di esserlo diventati.

Vorrei concludere sottolineando l´interessante espressione stilistica di Emanuela Arlotta, a volte poetica, che come un fiume in piena si dirama riga dopo riga per infrangersi in onde di emozioni nel cuore del lettore.

           

Consigliato a chi ha voglia di viaggiare nei sentimenti piú reconditi dell´essere, ma accuratamente descritti in queste pagine come nelle infinite pagine della vita di ognuno di noi.

 

Rosanna Lanzillotti

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