Per chi vuol far mera poesia

Oggi sembra pullular ovunque la scrittura creativa anche se si vuol sol guadagnare,

ma nessun ancora fa un laboratorio sperimentale su quella liricirtà sana e pulita,

che deve risultar all’occhio del lettore-indagatore spontanea,verace e scugnizzesca;

eppur c’è un’altra corrente che fa una metapoesia con riferimenti ad autori e correnti,

altri ancor si rifanno faticosamente alla stilistica,metrica, letteratura,strutturalismo:

invece la mia è quella della quotidianeità,di luogo comune,ma non per mercificazione,

bensì perchè nasce come un’energia dalla mia mente e poi va al cuore ed ai sensi.

Ho coraggio,dignità,sfrontatezza,umiltà,servilismo,solidarietà nel cantar come mi viene:

la natura nella sua bellezza del Creato,l’amore anche sensuale ma con nulla di vològare,

la coscienza che mi riporta quasi sempre alla fede,come il vincolo della familiarità:

un valore che si fortifica quando son vivi i genitori se si hanno,ma popi…tutto svanisce.

Raramente voglio parlar di lavoro,perchè ritengo che se uno non se lo procaccia anche umile,

non deve aspettar il panierino che venga dall’alto,come ancordel valor del vero ismo sindacale;

ma non mi si venga a dire di sentirmi prostrato,schiavizzato,sottomesso a questo o quel Valore:

no la mia poesia è libera,sancendo il 14 luglio’789 della presa della Bastiglia parigina col sangue,

per ammettere libertè,egalitè e fraternitè,anche se la sua magna cafrta è del’200 inglese con la magna charta,.

Ma allora poetare vuol dire impegnarsi?sì ma non di certo copiar imitando questo evento o personaggio,

il vero gusto del rimare consiste nel dire pan al pane e vin al vino con una cruda nudità semasiologica,

dove proprio l’essere naturista del significato sta a dire che il significante è forte,vifgoroso di valore;

quindi impariam a conoscere la poesia dei materiali minori,dagli emarginati a diversabili e detenuti,

perchè forse quella è scritta col sangue del sicuro pentimento e utopica di una riabilitazione mai attuata,

come ancor del verseggiasre giovanile,degli anziani,di querlli in eremitica clausura,

che sicuramente non provano i sollazzi goliardici e lussuriosi della attuale vita mondana e carnascialesca.

Provate a leggere un verso di un introverso o depresso o orfano o solitario per difetto fisico o somatico:

cosa può farci se il mondo gli volta le spalle proprio nel momento di bisogno?Allora ascoltate me da profano,

che mi diletto a poetar quando ho delle emozioni,provo delle sensazioni,intuisco delle memore intuizioni.

iniziate a rifiutar un’istruzione massificata sol dei maggiori esponenti ufficiali e rispettiam i così detti minori,

che saran quelli meno strumentalizzati sia politicamente che sindacalmente o mecenaticamente,

per vivere in proprio da poveri quelle provocazioni cui risponderà con tutta la sua erompente virilità

 

 

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