Oggi che soffia

 Oggi che soffia, graditamente,il maestrale,
in aspra lotta con le soffocanti arsure della Canicola,
lieto me ne sto all’ombra d’un palazzo,
quand’ecco la gioia esplode
al solo vederti e parlarti,dopo sì lungo tempo.
Mentre miro contento la tua bellezza,
che pare non curarsi degli anni che scorrono,
leggo nei tuoi occhi ancor vellutati come un tempo,
che nel fondo serbano una mestizia senza fine,
e nei tuoi atti una rabbia ancora feroce
contro l’avversa sorte e la sua ferita mortale.
Vorrei tanto lenire la tua pena,ma non so come.
O forse un modo c’è: dirtelo!

 

 

 

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