M’ama o non m’ama (Le prime 27 pag.)

Capitolo 1

Ed eccomi nella mia nuova casetta che poi di casetta ha solo

il nome, una specie di topaia sarebbe più azzeccato, considerando

le vecchie condutture dell’acqua, le ante delle finestre

malconce da cui entrano spifferi spaventosi e i pavimenti graffiati,

ma per il momento bisogna accontentarsi anzi, io, Kate

e Pablo abbiamo fatto un vero e proprio capolavoro considerando

come era prima che l’affittassimo. È vero, la casa non è

un granché, ma è accogliente e calda. Ricordo ancora la prima

notte che abbiamo dormito in questa casa: si sentivano gli

squittii dei topi che banchettavano allegramente, per un attimo

mi sono sentita Cenerella che parla con il topino Gas Gas!

Lo ricordo ancora: la creatura grigia saltellante sul pavimento

era un topo, il topo più grande che avessi mai visto. Lo osservai

attentamente, per vedere se somigliasse a Ratatuille, prima

che sparisse velocemente dietro il mobile. Con un po’ di paura

e il cuore in gola, con l’aiuto di Pablo ci siamo trasformati in

mouse-busters, gli acchiappatopini, mentre Kate strillava da sopra

la sedia con la scopa in mano! Dopo una breve disinfestazione,

abbiamo cominciato a rendere la casa presentabile. Io

ho dipinto la mia stanzetta tutta di arancione con una striscia

dorata a metà parete. Ho curato l’arredamento con amore e

pazienza ritagliando esempi da “Marie Claire casa”, per poi

cercare, con un budget ristretto, di ricreare quegli ambienti.

Ho messo un tappeto striato bianco e nero a terra, lampade

etniche agli angoli della stanza, candele profumate e cuscini

orientali. Ho sistemato i miei libri negli scaffali, li ho posizionati

in base all’umore: in alto Federica Bosco, seguita da Sophie

Kinsella con la sua fantastica Becky, scendendo gradualmente

ho messo i thriller di Faletti e Dan Brown. Nell’altro i

fantasy e i libri di poesia, di questi ne posseggo talmente tanti

che a volte faccio fatica a farli entrare nelle mensole e in basso

i fumetti di Walt Disney. Adoro leggere e compro sempre

nuovi libri, ne ho talmente tanti che sono tutti disseminati per

casa, sparsi qua e là. Una cosa che adoro sono le “letture incrociate”,

nel senso che inizio a leggere tre libri nel corso della

stessa settimana e a volte rischio persino di mischiare le storie

nella mia testa. Per esempio, a volte faccio così tanta confusione

tra le storie e i personaggi che, se dovessi raccontare il

libro, ne uscirebbe una storia nuova. Nelle mensole, accanto

alla libreria, sotto la TV, i DVD e i CD della playstation 2. Dei

miei DVD sono veramente orgogliosa! Sono anni che faccio

raccolta, ritaglio la locandina, li posiziono per ordine, in base

al titolo del film o in base al nome del protagonista, ne avrò

collezionato un cinquecento e… ovviamente una mega scatolona

dove tenere tutte le cianfrusaglie del mio ex: regali, CD

e qualche bigliettino. Ma… ma dove l’ho lasciato… non posso

averlo scordato… ah, eccolo il mio fantastico PC! Adesso lo

accendo, e scrivo alla casa editrice. Il mio sogno nel cassetto è

fare la scrittrice, ma al momento mi accontento di fare la pubblicista.

Nei ritagli di tempo e nelle pause lavoro, ho scritto

un libro e adesso mi sono decisa a chiedere la pubblicazione a

qualche casa editrice, alla fine ho optato per la più importante

casa editrice d’Europa, la Megan spa. Del resto alla fine, se

devo sognare, devo farlo in grande.

 

Gentile casa editrice, mi chiamo Sasha e sono una giovane laureata,

squattrinata scrittrice in erba. Vorrei sottoporre alla vostra attenzione

il mio manoscritto dal titolo Scrivo l’amore parlando di te. È la

struggente e commovente storia d’amore tra Lisa e Christian, ambientata

sui banchi di scuola. Lei era bella, dolce e sensuale. Amava i colori,

il rosa in particolare e voleva fare la pittrice. Lui era unico

e impossibile. Non sapeva quello che voleva. Entrambi non

conoscevano l’amore, fino a quando non si incontrarono.

Spero vi piaccia, in attesa di un vostro riscontro, Vi porgo i miei

cordiali saluti.

 

Ecco, ora la spedisco, prima però toglierei squattrinata… sì,

ora va bene. Inviato. Mi sento come la Becky di I love shopping

quando spedisce la lettera che le cambierà il corso della sua

vita! Sì, in effetti il mio sogno nel cassetto è proprio questo:

fare la scrittrice! Ecco perché ho deciso di inviare il mio manoscritto,

chissà… magari divento la nuova Sophie Kinsella!

 

Allora mi presento: mi chiamo Sasha, ho compiuto da poco

trent’anni, ho un lavoro schifoso con una paga misera, il mio

capo è una manager inglese spilorcia e sono single. Eh sì, a

quanto pare il destino si è accanito contro di me, è mai possibile

che non riesca mai a trovare l’uomo giusto? Colleziono

un fallimento dopo l’altro! A volte mi sembra di aver completato

l’album della sfigata in amore, ho tutte le figurine! Anzi,

ho persino una marea di doppioni! Per esempio il mio ultimo

ragazzo, un figo da paura, uno di quelli che quando lo vedi

resti imbambolata per intenderci… unico neo? Beh, egocentrico,

pantofolaio, geloso, ossessivo e che voleva la ragazza

con il burqa, mentre lui poteva volare di fiore in fiore! Che

dire, il detto “predichi bene e razzoli male” è stato scritto per

lui! E quello di prima? Uno strimpellatore di pianoforti con la

passione per… l’erba! Neanche fosse una pecora! E quello di

prima ancora? Di giorno personal trainer e di notte… spogliarellista

nei night! E a me diceva di essere ballerino! OK, l’elenco

è davvero penoso, meglio concentrarsi sul lavoro. Già, il

lavoro, quello che dovrebbe darti soddisfazione, soprattutto

dopo una laurea in Economia e Commercio sudatissima a cui

ha fatto seguito un master in marketing e pubblicità alla Bocconi.

Sono decisamente una di quelle che si è fatta da sé e cosa

ho ottenuto? Lavoro presso un’azienda che ha più di trecento

clienti, dove ero stata assunta come “comunicatore d’impresa”

e dove mi ritrovo invece a fare la contabile e a registrare

fatture maledette! Mi si sono usurati i polpastrelli a furia di

pigiare sulla tastiera, per non parlare delle unghie, sono saltate

tutte. La mia french è oramai un’utopia! E poi quelle fatture le

odio! Come i clienti. Ne riconoscessi uno. Ogni volta sembra

di fare i riconoscimenti dei delinquenti che si vedono in TV.

Confondo tutti e per questa ragione ho adottato un piano

di emergenza: associare il nome a una caratteristica ed ecco

prendere forma tanti post vicino la tastiera pieni di soprannomi.

Il signor 2D è diventato l’extracomunitario per via del

suo aspetto fisico e di come si concia; Newson è il tiratore di

seghe (per tutti i film porno che compra per la sua videoteca),

Brandilla è il Padrino… anzi qualche giorno mi sa che invece

delle fatture mi porta una pistola… e poi c’è Lexy, la segretaria,

quella costantemente a dieta che divora poi mega confezioni

di plum-cake tra una telefonata e l’altra; tiene tre pacchi di merendine

nell’armadietto, tutte rigorosamente caloriche e poi

si lamenta di essere grassa. Ogni giorno si scarica da internet

una dozzina di diete: l’americana, la dieta del riso, dell’ananas,

dei tre giorni, del minestrone. Ne sto leggendo così tante sul

suo PC che a momenti ne creo una nuova. E poi c’è Michael,

il mio collega, diventato padre da poco. Fa più assenze lui di

una donna incinta.

Il mio tallone d’Achille? La patente! E già! Mi sono infatti

iscritta a scuola guida. Tutti quei segnali stradali sono un

casino! Ma perché non ci scrivono su cosa significano, per

esempio: senso unico! Oppure, forte vento laterale a sinistra

invece di fare il retino delle farfalle! Quasi quasi scriverei una

bella lettera alla motorizzazione!

Sul mio capo, invece, si potrebbe scrivere un libro, la Crudelia

Demon dei poveri, un misto tra il diavolo veste Prada

e la matrigna di Biancaneve! Non fa altro che dare ordini a

destra e a manca con quel suo italiano perfetto e i capelli

mesciati tipo criniera del re leone che la rendono più vecchia,

appena fatti dal parrucchiere, con quel suo lamentarsi

incessantemente di quanto la vita sia stata clemente con lei,

del resto ha solo un lavoro meraviglioso e ha le tre b: bella,

brava e bona, oltre che ricca! Ha un guardaroba maestoso, è

magra, è sposata, ha non so quante proprietà sia al mare che

in montagna… ma che vuole di più questa? Le farei fare io un

giorno di vita normale alla duchessa! Le farei vedere io cosa

significa rispondere al telefono gentilmente, aprire la porta,

registrare le fatture, fare le fotocopie, calcolare l’iva, fare le

dichiarazioni dei redditi e capire che il modello intrastat non

è una parolaccia! E il tutto con un mega sorriso stampato

in faccia come se facessi la cosa più bella del mondo! Meno

male, però, che ho degli amici meravigliosi con i quali ho

preso casa. Kate, la ballerina, che è perennemente a dieta per

via della conformazione del suo fisico a pera, è un’artista,

anche se per ora è costretta a lavorare in un ospedale dove

fa tirocinio per diventare infermiera e Pablo, il mio migliore

amico, un gran bel pezzo di maschione che gioca a calcio,

suona la chitarra e lavora in un pub. Perché uno così è mio

amico? Perché abbiamo provato a stare assieme sin dai tempi

del liceo ma… non ha funzionato! Diciamo che lui a livello

di conversazione è… meno che zero! Poi è super corteggiato,

come amico è favoloso ma, come fidanzato, è un dramma,

cambia più ragazze di quanti vestiti cambi un manichino!

Solo nell’ultimo mese è passato da Natasha che… beh, lo dice

la stessa parola, a Laura, l’arredatrice, che in compenso mi ha

regalato un tappeto favoloso, a Paola la fisioterapista, a Marina,

carina ma troppo casalinga, a Samanta esperta in corse

dei cavalli fino a Luisa la ballerina. Adesso esce con Mina,

l’avvocato, sembra normale rispetto alle altre, chissà quanto

durerà! Io ho scommesso con Kate due settimane, lei dice tre,

chi perde paga la pizza. Ho anche una vicina favolosa, Lissy,

con cui condivido la mia più grande passione: lo shopping,

soprattutto scarpe e intimo. Ieri, lei era piuttosto triste perché

il suo tipo (come ama definirlo) sta con una che sembra

una bambolina di porcellana con i capelli orrendi! Sono così

grassi che se li strizzi esce l’olio extra vergine d’oliva. Così

siamo andate al Globo a fare provviste di corsetti, coulotte in

pizzo e corpini maculati… non si sa mai che giri la sorte!

«È bellissimo il corpino che ti sei comprata, Sasha! Provalo

e fallo vedere a Pablo appena arriva!» esclama Lissy.

«Ora lo provo, nel frattempo ti andrebbe una tazza di tè

verde?».

«Ottima idea!».

Corro verso il cucinino e apro il rubinetto. Aspetto qualche

minuto che l’acqua diventi calda, del resto le tubature di questa

casa sono datate, ma a parte questo è un posto meraviglioso

e anche il nostro appartamento adesso è proprio carino.

«Vuoi anche dei biscotti?» le domando mettendone uno in

bocca.

«Li mangerei ma sono a dieta!».

«Ma smettila, sei magrissima!» le dico afferrando un altro

biscotto.

«Guarda, in quest’ultimo mese ho messo su un chilo!» borbotta.

«Che tragedia!» sussurro ridendo.

 

 

«Dimmi, ma come va con Crudelia?» mi domanda sorseggiando

il tè.

«Non me ne parlare… un’altra giornata come oggi e mi faccio

ricoverare in terapia intensiva!».

«Esagerata!».

«Dico sul serio, Lissy, non trovo nemmeno più il tempo per

andare dal parrucchiere, farmi la french o per scrivere!» le

dico accasciandomi sulla sedia.

«Ma daiiii! Non può essere tanto terribile!» mi dice sbalordita.

«È un’aliena, un automa, altro che essere umano. È talmente

perfetta da mettere in soggezione – credimi – sempre agghindata

con le creazioni e accessori di famosi stilisti e mi fa

lavorare come un ciucchino! Oggi non ho nemmeno avuto il

tempo di fare una pausa pranzo decente» le rispondo spaparanzandomi

sulla sedia.

«Accipicchia, mi dispiace» mi dice quietamente mentre io

continuo a ingozzarmi di biscotti.

«Ma sbaglio, o hai fatto qualcosa ai capelli!» le domando

d’un tratto.

«Sì, ho girato le punte, che ne pensi?» mi domanda mostrandomi

le ciocche.

«Penso che dovresti farli così più spesso e poi vedi appena

ti vede il tipo! Di sicuro posteggia la bambolina con le quattro

frecce in un locale e viene a prenderti!» esclamo divertita.

«Già, ma come si fa a stare con qualcuno senza provare

amore mi domando?».

«Come si fa, il mondo è pieno di donne che si accontentano

di storie senza amore! Di donne che si lasciano circuire e ingannare

costantemente senza battere ciglio» esclamo schifata.

«Già, per la serie cornute e contente!» aggiunge Lissy.

«E se qualcuno fa notare che il loro matrimonio affonda o

che il marito o il fidanzato è tutto, fuorché un santo, allora

cominciano a guardarti con l’occhio sinistro, si accende l’antennina

che dà l’impulso al cervello e si fanno il segno di croce

al tuo arrivo!» scalpito.

Lissy sospira e si sistema i capelli poi, scambiandomi un’occhiata,

mi dice: «Ecco perché siamo single!».

«Single e contente!» aggiungo ridendo.

 

Capitolo 2

 

Ecco oggi è una nuova giornata di lavoro, il lunedì, giorno

che detesto, di una pesantezza unica! Una di quelle giornate

in cui non mi va di mettere in pandan le scarpe con la borsa.

Oggi 9-18 con solo mezz’ora di pausa pranzo e ancora sono

solo le 9 e un quarto. La giornata non finisce mai. Sono al

quindicesimo sbadiglio. Sono le 9 e mezza ed ecco Crudelia,

con quel suo sorriso finto, riempire il mio tavolo di fatture da

registrare, saranno circa un centinaio! Normalmente Crudelia

incute timore. Si aggira per le stanze a sorvegliare con quel

suo sguardo cattivo, i denti perfetti e i suoi fantastici tailleur,

sembra la direttrice di un orfanotrofio a cinque stelle! Bene,

devo prepararmi alla battaglia, allora: caramelle e gomme da

masticare alla mia destra, acqua alla sinistra, cellulare con il

silenziatore, sono pronta per la battaglia. Ore 11, ecco, finalmente

ho finito! Non ne posso più di registrare e cambiare

causali! Non mi sento più le dita! Uffa, nemmeno un minuto

di riposo che già si avvicina la strega con il suo tailleur bianco

candido.

«Hai finito, Sasha?» mi domanda inarcando il sopracciglio

nero.

«Sì, miss Taylor, ho finito!».

«Bene, allora tieni (e mi mette in mano un cesto di pratiche)

questo è un nuovo cliente al quale tengo in particolar modo,

registra e archivia il tutto!» scandisce mettendo in mostra il

nuovo bracciale corallo.

«Sì, miss Taylor!» le rispondo sbigottita.

«Saranno almeno un migliaio di documenti! Questa è una

strega, non una donna! Ma come potrei mai registrare tutti

questi documenti da sola? Questa donna è una maledetta! È

un misto tra la matrigna di Cenerentola, quella di Biancaneve,

la strega Ursula e Crudelia Demon. Addio parole crociate per

stamattina mi sa, addio posta, addio sudoku, addio facebook,

addio lettura. Come se non avessi già tanti pensieri per la testa!

Quello stronzo del tenente che non mi chiama, nemmeno uno

stupido squillo né un banale messaggio; non ho nemmeno

Michael, il mio collega, con cui chiacchierare perché la

moglie sta male e lui è in ferie. In effetti, io e Michael siamo

una vera squadra. Odiamo entrambi Crudelia, non capiamo

mai chi sia al telefono e ci confondiamo sui clienti. È nostra

abitudine coprirci le spalle: lui a me quando vado al bar con

Lissy e io a lui quando va a giocare la schedina. Ci mandiamo

costantemente SMS in chat, spettegoliamo sulla segretaria e

sulle borse di Crudelia, ci facciamo scorpacciate di risate con

le sue divertenti barzellette e le mie gaffe. Prima comunicavamo

con la seconda linea telefonica ma, da quando abbiamo

scoperto che non è più sicura, abbiamo preso la precauzione

di ricominciare la chiamata da casa. Mi sto rompendo da morire…

e oggi miss Taylor rimane tutta la mattina in ufficio: E

CHE PALLEE!». Ci manca solo il telefono adesso.

«Lancaster Production, chi parla?».

«Salve, sono Graziella dell’Utic, cercavo miss Taylor».

«Sì, gliela passo subito».

«Miss Taylor, c’è Graziella dell’Utic e stavolta ho capito bene

chi è!» esclamo soddisfatta porgendole il cordless.

«Dell’Unsic, Sasha, non dell’Utic… e meno male che l’avevi

capito!» esclama la strega.

Riattacco e resto a guardare il telefono per qualche minuto.

Sono le dodici e sono un fascio di nervi. Ho la schiena a pezzi,

il braccio atrofizzato, il cellulare che non emette suono e che

ho controllato quasi ogni due minuti, sto morendo di fame e

a furia di masticare gomme mi si è atrofizzata la mascella. Ho

finito la scorta di acqua e di cibo. Finalmente, pausa pranzo.

Oggi mi sparo un mega sandwich strabordante di mozzarella

fusa, porchetta, lattuga e maionese; una vaschetta di patate al

forno con pancetta affumicata e pezzi di formaggio fuso, alla

faccia della dieta. Sono così depressa che mi scolerei una bottiglia

di vino! Nooo… a pensarci bene, devo tornare al lavoro

e il vino, beh, non è indicato… magari una buona birra doppio

malto, ma è troppo pesante. OK, deciso, una coca cola. Pancia

mia fatti capanna! Impiego meno di dieci minuti per divorare

il tutto e torno sul fronte di battaglia!

Altra fattura, altra registrazione! Ma che cavolo è sta roba?

Cosa saranno mai i miniciccioli! Forse dei ciucci piccoli? Ma

che c’entrano con il tabaccaio? Magari il proprietario è diventato

nonno e ha preso tutti questi ciucci per i nipotini!

Che pensiero gentile, sì, deve essere proprio così! Ma quante

sono queste fatture… non finiscono mai. Mannaggia, devo

anche fare la stampa della ritenuta perché il cliente deve pagare

l’F24. Ma che P-A-L-L-E! Ecco, non mi ricordo il numero

codice tributo. Dove accidenti è quel libro orrendo che non

riesco a studiarmi… uffa, uffa, uffa, è nella stanza di Crudelia.

Devo pensare e ricordarlo. Mi giro e rigiro sulla poltrona

tenendo la matita sotto il naso e aspettando la manna

dal cielo. Alla fine ho una rivelazione: 1040, il codice tributo

è 1040! Finalmente ho finito! Non ho nemmeno fame per

la stanchezza, un altro giorno così e posso chiedere la pensione…

oggi non riesco nemmeno a impostare l’articolo per

il giornale… accidenti… avevo l’aperitivo con le ragazze, ma

non ho fatto in tempo. Eccomi a casa, sono distrutta! Non

credo di poter sopportare un’altra giornata così! È assurdo,

ho trent’anni e sono nel pieno della mia femminilità, anzi

a dirla tutta sono semplicemente favolosa! Insomma ho dei

capelli bellissimi, lunghi, lisci e luminosi, di un castano scuro

meraviglioso; un fisico da urlo con tanto di vitino da vespa

da fare invidia all’ape Maia, un viso mozzafiato con labbra

carnose, occhi grandi neri con ciglia folte e lunghe e sto alle

nove di sera a casa a ingozzarmi di gelato vedendo un film

strappalacrime alla tele. Ma perché non riesco ad avere uno

straccio di relazione fissa? Ma perché il “fattore S” mi perseguita

nelle relazioni? Ma perché non c’è nessuno! Proprio

stasera che avevo bisogno di una spalla su cui piangere e un

uomo su cui affondare quello che resta delle mie unghie! Meglio

che spengo il cellulare, l’avrò controllato sì e no trenta

volte negli ultimi dieci minuti, tanto quello stronzo non mi

chiama. Ora vado a trovare Lissy, la mia vicina, di sicuro è a

casa a quest’ora. Con tanto di ciabatte ai piedi e molletta in

testa busso alla porta della mia amica.

«Saa… Sasha?» mi domanda sconvolta aprendo la porta.

«Ciao, Lissy» le dico abbracciandola.

«Ma che ti succede, tesoro? Hai fatto cinque metri fuori casa

in ciabatte, non è da te! Ti metti in tiro persino per gettare

l’immondizia!» esclama.

«Questo stronzooo!» grido sbattendo la porta alle mie spalle.

«Che succede? Scommetto che ha a che vedere con il tuo bel

tenente!» sogghigna Lissy dalla cucina mettendo sul fuoco il

bollitore per il tè.

«Sì, quello stronzo di Diego, lo odio!».

«Dai che ti ha combinato stavolta, spara!».

«OK» dico sedendomi furente.

«Neanche una cazzo di telefonata!» urlo sedendomi.

«Prima mi dice ti amo e poi tre giorni interi senza farsi sentire,

tre giorni! Come fai a dire ti amo e poi non fare nemmeno

uno squillo!» e butto sul tavolo un libro.

«Aspetta aspetta aspetta» si affretta a dire Lissy sedendosi

sulla sedia dirimpetto la mia.

«Ti ha detto ti amo e non me l’hai detto! Aspetta, mi serve

acqua e zucchero. Allora ricapitoliamo: il tenente, quel troglodita,

mister enigma per eccellenza, l’uomo che non deve chiedere

mai, quell’uomo ti ha detto ti amo? Ho capito bene?» mi

dice fissandomi e poggiando i palmi delle mani sul tavolo.

«Mmm si…»

«E PERCHÉ? NON ME L’HAI DETTO!!! Ma che ci sto a fare io,

la tua migliore amica nonché vicina perfetta se tralasci di dirmi

le cose migliori!» esclama mettendosi di spalle.

«Scusami, Lissy, avrei dovuto dirtelo, beh in effetti ci ho

provato, il giorno dopo, ma tu sei stata tutto il giorno a fare la

promoter e la sera ti sei vista con Michi… e… mi è sfuggito!»

deglutisco, cercando di mantenere la calma.

«Ma Sasha, sarebbe bastato un SMS con la scritta il tipo mi ha detto

ti amo! Ma comunque, concentriamoci sul problema di fondo,

quello stronzo non ti ha più chiamata: MA CHE STRONZO!».

«E non sai la parte migliore! Mentre mi accompagnava mi

ha chiaramente detto che era innamorato di me!».

«E tu? Tu come hai reagito a quella notizia?».

«Beh, sono rimasta scioccata! Prima mi sussurra ti amo e poi

mi ripete per tre volte sono innamorato di te!» le spiego.

«Quindi ha un’anima il farabutto!» se la ride.

«Allora io, sorpresa, gli ho detto che non c’era bisogno che

fingesse perché mi piaceva tutto di lui compreso il fatto che

fosse tanto religioso. Lui, quasi infastidito, mi ha domandato

se fossi cattolica e io ho risposto che avevo ricevuto tutti i

sacramenti tranne il matrimonio e la morte!».

«Sasha, la morte? L’estrema unzione, non la morteeee! Ti

sentisse Kate! Che spasso che sei!» mi dice ridacchiando mentre

versa il tè nella tazza.

«Ad ogni modo, a quel punto mi ha chiesto se volessi sposarmi

e io ho risposto subito ovviamente per poi modificarlo in se

trovo la persona giusta, ma del resto mica voglio arrivare a quarant’anni

e continuare a fare questa vita da single! Anche se in questo periodo

sto in tiro da mozzare il fiato! Anzi a pensarci bene potrei

aspirare pure a qualche politico o divo del cinema… mmm, no,

meglio un politico, gli uomini di potere son sempre meglio e

poi non devi vederli baciare altre allo schermo! OK, sto divagando…

parlavo del tenente… allora dicevo, a quel punto mi ha

chiesto se lui poteva essere la mia metà!».

«Ma dai! Nooo, non ci credo! Era drogato, o meglio ubriaco,

o meglio aveva fatto la centrifuga alla lavatrice e per distrazione

aveva inserito anche la sua testa nell’oblò!» dice Lissy

ridendo.

«Vero! Lo penso anch’io!» annuisco assaggiando il tè.

«A quello mancano le rotelle, te l’avevo detto di lasciar

perdere… questi uomini… chissà che gli fanno nell’esercito!

Secondo me hanno dei manuali tipo come farsi odiare dalle

donne rendendole la vita un inferno!». Ah ah ah, se la ride.

«Sì, lo so…» e mi scende una lacrima.

«Sembra che tutti i maschi che incontro appartengano a una

nuova razza che non vuole estinguersi: sono privi di passione,

libido e responsabilità inesistente! Ma dove sono finiti i cavalieri

come Tristano o il dolce Fred di Colazione da Tiffany, o il

tenebroso Zack Mayo di Ufficiale e gentiluomo, che dopo aver

fatto l’amore con la sua Paula la porta per sempre con sé… o

le canaglie come Clark Gable in Via col vento!» aggiungo.

«No, dai… Clark Gable no!» sentenzia decisa.

«Hai ragione, Rossella resta a pane e olive!» esclamo ridendo.

«E pure vedova due volte! Quella porta sfiga agli uomini!

E poi se è per questo anche Tristano non fa una bella fine!»

esclama.

«Hai ragione… meglio il tenente allora…» dico ridendo.

«Certo che devo essere stata cattivissima in un’altra vita per

meritarmi adesso tutto questo!» boccheggio.

«Dai tesoro, non fare così. Bevi il tuo tè, troveremo una soluzione

e vedrai che, se non ti ha chiamata, un motivo ci sarà!»

mi sussurra versandomi il tè nella tazza.

«Sasha, ma che è sta roba?» mi domanda stupita indicandomi

il libro che ho posato sul tavolo.

«Questo? È un libro che voglio regalare a Diego se mai ne

avrò occasione… non ti sembra azzeccato?» le dico.

«Chiamami, bastardo1! Credo che non potevi scegliere un titolo

migliore!» risponde cominciando a sfogliarne le pagine.

«Prendi pagina 45 e leggi la parte sottolineata» le dico.

«Chiama o non chiama… ti spiega il significato!».

Stato di grave ansietà che fa seguito ad un appuntamento o a un

interludio sessuale, in cui la donna si chiede disperatamente se l’uomo

chiamerà, e l’uomo non fa niente per eliminare quest’ansia. Tra i sintomi

del chiama o non chiama figurano: controllo ossessivo dei messaggi in

segreteria telefonica; ripetute telefonate al proprio numero per accertarsi

che la segreteria funzioni; rifiuto categorico di portare i propri vestiti in

lavanderia oppure di andare a buttare la spazzatura per non rischiare

di perdere la telefonata; intimidazione agli amici perché lasciano la linea

libera; delusione o frustrazione per tutte le altre chiamate , solo perché gli

altri non sono LUI!»

«Questa sei tu, Sasha! È incredibile questo libro… ma vedrai

che chiamerà!».

«Sì… come no! Ma se non mi chiama come faccio a dirgli

che lo penso continuamente, che ho ripreso a fumare, che

mangio barattoli di nutella e che passo le notti in bianco?».

«Coosa? Hai ripreso a fumare? Ma non avevi smesso?».

«Sì, avevo smesso e adesso ho ripreso. A lavoro è uno schifo,

sul piano sentimentale è uno schifo, sul piano economico

è uno schifo! Mi hanno ritirato la carta perché sono andata

in rosso a furia di comprare sandali e tubini! E come se non

bastasse sto diventando un’accanita sostenitrice della Nutella,

a momenti fondo un nuovo fan club: Nutella sei come una

sorella!».

«Oh, addirittura… dai, si aggiusterà tutto! Ma perché non ti

fai un cane?».

«Che?? Ci manca solo un ammasso di pulci nella mia vita

per essere un totale fallimento!» aggiungo spaparanzandomi

sulla sedia.

«E poi lo sai che tutti i depressi e i solitari si fanno un cane

alla fine!» aggiungo.

«Come vorrei che Eros dall’alto scagliasse un dardo amoroso

dritto dritto nel cuore del tenente, che lui mi guardasse in

quel momento e si innamorasse perdutamente di me!». Racconto

in tono melodrammatico.

«Non posso sentirti così, Sasha. Se ti piace tanto questo tenente

chiamalo o per lo meno mandagli un messaggio! Insomma,

fai qualcosa, non puoi continuare così!» mi dice decisa.

«Hai ragione, mi sa che questa è l’unica soluzione!» esclamo

fissando l’immagine del mio viso sulla tazza… è il “Marie Claire”

di questo mese?» aggiungo vedendo il giornale alla mia destra.

«Sì, cara, è appena arrivato, ci sono tutti i profumi e le borse

più glamour della stagione!» esordisce Lissy finendo di vestirsi.

«Esci?» le domando curiosa.

«Sì» mi dice.

«E, dove vai così agghindata?» le chiedo curiosa seguendo i

suoi movimenti con lo sguardo.

«Mi vedo con Leo» mi dice sfoggiando un sorriso a trentadue

denti.

«Leo il buttafuori?» le domando incredula.

«Sì, mi ha invitata per un drink» mi risponde.

«Uao… e Kate lo sa?».

«Non ancora, le ho lasciato l’appunto sulla scrivania… senti

Sasha, mi presti la tua Dior pochette?».

«Ma certo cara… quindi, ripensando alle spalle e al sedere di

Leo, suppongo che non tornerai a un orario che ti permetterebbe

di raccontarmi tutti i dettagli!» esclamo avvicinandomi

a lei nel corridoio.

«Spero proprio di no!» mi sussurra guardandosi fiera allo

specchio.

«E dove andrete… lo sai di già?» le domando curiosa sbirciando.

«Sì, al Sayonara!».

«Ma dai, Lissy… stai diventando più diabolica di me!» le dico

con un sogghigno.

«Beh… non capisco a cosa ti riferisci!» mi dice facendo finta

di non capire.

«Come se ti fossi scordata che il lunedì Ken e la bambolina

vanno al Sayonara».

«Vero? Opps… l’avevo scordato!» dice ridendo e aggiunge

«…che devo dirti, si vede che sto imparando bene! E poi la

bambolina sarà di sicuro con tutta la sua squadra di amiche

trendy!».

«Sì, per loro trendy è il nome di un detersivo!» le dico ridendo.

«Ora scappo… è tardissimo!».

«Mi sto portando a casa il tuo “Marie Claire”… divertiti e…

fallo impazzire!» le urlo.

Sono appena rientrata a casa, sono le ventidue e sono sola

soletta. Sfoglio la mia rivista di moda preferita e nel frattempo

decido di ritoccarmi la french.

«Senti senti… descrivete in cinquanta parole l’uomo del vostro

cuore e lo capirete meglio… quasi quasi ci provo… non si

sa mai».

Mi munisco pertanto di penna e foglio e comincio.

 

Bianco, trentotto anni, etero, occhi verdi. Amante della buona

cucina, ottima forchetta, trova straordinari i primi. Egocentrico,

oscuro, scontroso. Dolce, gentile e malinconico. Sicuro

di sé, amante della BMW e del cavallino, soldato, abituato alle

regole. Ottimo amante, focoso, passionale, grandioso. Dispettoso,

cocciuto, irriverente, mascalzone. Amabile, sensibile, religioso.

Bastardo e stronzo, ma il mio stronzo preferito.

 

Ecco fatto. Ma non sto per nulla meglio.

 

Mi guardo attorno, stasera c’è un silenzio… Kate è a scuola

di ballo e Pablo a lavoro. Uffa. Accendo la TV ma non c’è nulla

di interessante. Continuo a sfogliare il giornale e mi sparo

qualche test.

«Mmm, il tuo è vero amore?» proferisco ad alta voce e comincio

a segnare le risposte.

IL TUO È VERO AMORE?

 

1. Puoi elencare le Principali cose alla quali il tuo “amore” è interessato

oltre che alla tua persona.

SÌ: SE STESSO-CIBO-LAVORO-TENNIS-FARE LO STRONZO

 

2. Da quando sei innamorato/a, hai mai fatto un vero sforzo per

saperne di più sui gusti e sulle qualità della persona amata?

SI MI SONO ARRUOLATA NELLA CIA

 

3. Sapresti descrivere tre o quattro caratteristiche del viso del tuo partner?

ABBRONZATO – OCCHIO FURBO – FRONTE CORTA – LABBRA

CARNOSE – POCA INCLINAZIONE AL SORRIDERE

 

4. Saresti disposto/a a sacrificarti almeno al novanta per cento per il

tuo partner?

MAGARI UN 60

 

5. Approvi le sue idee? Cioè, i suoi orientamenti morali e culturali non

ti sembrano molto differenti dai tuoi?

MAGARI SAPESSI I SUOI ORIENTAMENTI

 

6. Sai quanto è alto?

1.80 MA FORSE UN POCHETTO DI PIU’. IL FATTO è CHE MI

SEMBRA IMMENSO, UNA SORTA DI ARMADIO!

 

7. Andresti a ballare anche senza di lui?

 

8. Quando fai l’amore ti preoccupi della soddisfazione del partner?

HAI VOGLIA

 

9. Del suo passato sai poco o nulla?

POCHISSIMO MA CI STO LAVORANDO

 

10. Sei geloso dei suoi compagni di studio o dei suoi colleghi di lavoro?

NO, SONO TUTTI MASCHI

 

11. Ricordi sempre la sua data di nascita?

SÌ, È TORO.

 

12. Gli/le hai mai scritto una Poesia d’amore?

NO, MA CI PENSO SPESSO, IL TITOLO… IL MIO STRONZO PREFERITO

 

Sei nel pieno della cosiddetta fase dell’innamoramento perché stai mettendo

in atto una sorta di idealizzazione del partner. sorvoli sui difetti,

anzi non te ne accorgi nemmeno, esalti le sue qualità (anche quelle piccole

e meno evidenti) vivi insomma in un momento di grande gioia e di attrazione.

Attenzione solo alla fiamma che brucia rapidamente…

 

Ecco il risultato… mmm in effetti mi sa che sono come una

fiammella… ma dov’è il mio candelabro? Però i suoi difetti li

vedo, anche perché è un po’ difficile per lui nasconderli ma…

mi piace da impazzire! Mi alzo e apro il frigo.

«Che fortuna, c’è il Pinot grigio che Pablo ha aperto a pranzo!»

e in pochissimo tempo faccio fuori tre bicchieri. La cosa

positiva è che i problemi di cuore svaniscono, i problemi di

lavoro non hanno più importanza, persino Crudelia sembra

simpatica, il lampadario si muove, la stanza ondeggia e io mi

sento una meraviglia. Mi siedo a fatica sul divano. Devo vedere

le cose in prospettiva, mi dico, beh, con tutto questo vino

ho una prospettiva della stanza immensa… poi pensandoci

bene dopotutto l’amore non è tutto, ci sono tantissime altre

cose… per esempio… beh, per esempio… insomma ho un lavoro

di merda, un capo che è una strega, la french uno schifo

e nemmeno uno straccio di fidanzato… ma che sono sfortunata!

Nell’immediato mi accorgo che sto diventando davvero

depressa, continuando così il prossimo passo sarà comprarmi

tutta la saga di Harmony e fare una convenzione con la kleenex

per i fazzolettini. Sono in terrazza con il telefono in mano, lo cullo

nell’attesa di inviare il messaggio che ho riletto trecento volte.

Vorrei vederti. A volte le emozioni prendono forma nelle parole…

adesso non ho più parole, mi mancano i tuoi baci, mi manca la tua voce…

mi manca tutto di te. Davvero! Kiss. Inviato.

 

Ecco ho inviato il messaggino e adesso sto peggio di prima,

la mia ansia si è quadruplicata! E se non mi rispondesse?

Ma perché non dovrebbe farlo? Beh, tecnicamente non gli ho

scritto alcuna domanda per cui sarebbe plausibile una sua non

risposta ad una non domanda. Alt! Stop! Fermati, Sasha, non

farneticare! Ma potrebbe anche essere che abbia il cellulare

staccato e quindi non possa leggere il messaggio e di conseguenza

non riesca a rispondere! Ora lascerò il telefonino

acceso e starò guardinga a osservare lo schermo finché non

si illumina e non mi appare una bustina… o magari una telefonata…

meglio non esagerare! La mia ansia cresce. Inutile

negarlo. Forse devo rassegnarmi. Devo abituarmi all’idea di

restare single, di fare immani scorpacciate di nutella al chiaror

di luna, vedere film sentimentali da sola armata di fazzolettini

cambiando canale tutte le volte che uno dei personaggi dice ti

amo, sei la mia vita! Come vorrei arrivare al nono cielo di Dante…

e invece mi trovo sempre posteggiata al secondo cerchio

assieme a Cleopatra (che tra l’altro ha una frangia fighissima)

e Tristano!mce_marker

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