La Sfera – di Emanuela Arlotta

 

Un particolare ringraziamento alla persona che ha scritto questa splendida recensione che utilizzo come presentazione al mio racconto :

 

 

 

Attraversando “La sfera” di Emanuela Arlotta

(considerazioni di Giancarlo Piciarelli)

E’ difficile definire con un termine usuale questo lavoro di Emanuela Arlotta, forse un romanzo breve? O un lungo racconto? Io lo definirei più come un viaggio introspettivo. Luna, la protagonista, è come un novello Ulisse alla ricerca di Itaca ma a differenza dell’eroe omerico sembra costretta a voler intraprendere un viaggio lacerante che non ha nessuna intenzione di effettuare. Ma questa è solo apparenza in realtà ha voglia di sapere cosa l’aspetta alla fine del viaggio anche se ha il terrore di scoprirlo.

Spesso abbiamo paura di conoscere la verità (o almeno quello che noi crediamo sia la verità). La conoscenza è un viaggio arduo che inizia dentro di noi e spesso non basta una vita per compierlo tutto.

Ora, occorre una spiegazione per evitare che quanto scritto sinora, risulti criptico al lettore.  Luna sta vivendo la storia d’amore della sua vita e sembra che il suo rapporto sia avvolto da una felicità palpabile fino a quando nella sua mente non si insinua il più umano e il più distruttivo dei sentimenti: la gelosia. Basta la lettura di un SMS, rubato dal cellulare del suo uomo per scatenare il dubbio e cancellare ogni certezza. Sin qui nulla di nuovo. I cellulari sono diventati il maggior veicolo di tradimenti coniugali e non; ma Luna è fragile, insicura e si comporta in modo infantile preferisce fuggire piuttosto che affrontare la realtà e chiedere spiegazioni al suo uomo. E qui inizia il viaggio con una modalità che lascia allibiti. Qualcuno, con le sembianze di un bambino, prende Luna per mano e la porta oltre i confini della materia e del tempo, le fa percorrere un itinerario  lacerante tra sogno e realtà, tra il reale e il virtuale.

E’ solo un sogno? Forse. Ma chi è quel fanciullo, quella sorta di ectoplasma che la guida con fermezza, in alcuni casi con durezza, attraverso i meandri di ciò che è vita? Ad una lettura superficiale sembrerebbe, secondo l’iconografia classica, un angelo custode ma io credo, molto più semplicemente che sia stata la propria coscienza e l’amore mai sopito per Marco che la conduce verso la verità.

Una verità che finalmente spazza via i dubbi e le fa scoprire   una situazione latrice di nuova felicità; quella felicità così assoluta per cui la gioia di averla ritrovata è pari solo alla paura di perderla di nuovo.

Scoprirà, il lettore, alla fine del racconto,  quale sia stata  la genesi di questo viaggio. Non è compito del recensore vanificare il patos dell’ottimo finale.

In conclusione un bel viaggio emozionale, scritto con un dettaglio narrativo quasi da sceneggiatura cinematografica, a volergli trovare un difetto forse troppo enfatico in alcuni passaggi, la trama narrativa è avvincente e forse meritava passaggio più “duri” ma nel complesso un ottimo lavoro scritto con una penna veloce e coinvolgente.

Aspettiamo altro da questa scrittrice e speriamo che non ci faccia attendere molto perché la stoffa c’è.

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