La fatal Teresa

Lavoro tra i tavoli del “Grand Hotel”, sfarzoso locale in stile barocco dove la gente ricca viene a smaltire le proprie inquietudini quotidiane.
Passo i miei giorni tra tovaglie profumanti di bucato fresco;  piatti e posate in argento e bicchieri in cristallo che brillano più di uno smeraldo.
I volti sono tanti: uomini; donne; fanciulle e ragazzetti raffinati che passeggiano tra tartine di caviale e bicchieri di vino francese.
Gli uomini parlano d’affari e vecchie auto d’epoca; le loro donne, tra una risata e l’altra, parlano di libri e moda. I ragazzi, invece, discutano del loro futuro ambizioso, già scritto e programmato come il copione di uno spettacolo teatrale.
Sorrido mentre li servo ai loro tavoli; un sorriso di gomma e nausea. Loro non mi guardano neppure o forse sì…considerandomi, solamente, un povero demente che sa a malapena servire ai tavoli, portando in equilibrio, sulle braccia, la loro cena.
I visi sono tanti e quasi tutti uguali. Uomini slanciati con la loro riga perfettamente pettinata e colorata per coprirne il grigiastro colore della vecchiaia.
Le donne ornate di gioielli e profumanti come orchidee ed i loro figli vestiti a damerini, con l’aria di chi sa tutto o forse anche di più.
Ed ecco lei…la più intrigante; la più misteriosa o forse solamente la più normale.
Teresa…l’unica donna che sembra non centrare nulla con tutti gli altri; l’unica che sembra venuta fuori da un altro film.
Non tanto alta; magra e sensuale. Capelli rossi e ondulati; gli occhi da diamante e le labbra sottili e rosee. Non più di quarantadue, quarantatré anni di età.
Sta sempre seduta al tavolo quattro, con l’aria di chi si annoia a morte, mentre ascolta le civetterie delle sue amiche.
Servo io al suo tavolo…le porto caviale e salmone, lei, però, mi chiede se è possibile avere una leggera insalata di verdure.
-Certo madame – (rispondo io)
Ed ecco che ad un tratto rimango incantato…assorto; i suoi occhi si scontrano con i miei e le mie pupille vengono abbagliate fino alle tempie che sembrano scoppiare ed impazzire d’incanto.
Lei sorride…sorride e sposta indietro i capelli soffici e profumati. Il suo è un sorriso fresco; ingenuo; irradiante.
Faccio cadere il vassoio, mi guardano tutti con stupore. Qualcuno accenna un sorriso, qualche altro mi dà dell’idiota. Io non ascolto…davanti a me c’è solo lei, tutto quello che mi circonda è lontano anni luce dalle mie percezioni.
Rimango a guardarla per tutta la sera, poi, quando sta per andar via, m’inchino per salutarla; lei sorride e ricambia il mio saluto.
Non dormo da tre notti…la mia mente è stata invasa da Teresa; i miei occhi hanno sempre la sua immagine fissa davanti, senza scomparire mai…neppure per un piccolissimo istante.
Son passati tre mesi e finalmente oggi l’ho rivista…ancora una volta ho fatto cadere il vassoio. Il perfetto replay di tre mesi fa : vassoi giù…sorrisi, commenti e lei…lei davanti a me e poi nulla, nient’altro.
Ai miei occhi appare sempre più bella, solare come non mai…direi celestiale.
Mi chiamano in cucina per prendere i piatti da servire al tavolo quindici ma, mentre li sistemo sulle braccia, un profumo delicato mi inebria di dolcezza, mi volto : lei !
Ecco fatto ! ancora una volta tutto giù per terra : piatti e porzioni… ma io fermo, immobile davanti al suo splendore. Lei sorride, e mi dice:
-E’ un vizio il suo,dunque.-
Io le chiedo scusa, poi mi domanda se è possibile ordinare la solita insalata.
-Certo (rispondo io), gliela servirò personalmente.-
Parlo ma la mia mente si chiede come mai è venuta qui in cucina; poteva benissimo chiedermelo al tavolo?! E poi perché io? P
Perché lo chiede a me? Avrebbe potuto ordinarla ai camerieri in sala, chissà!
Nel frattempo va via; io la fermo; lei si volta. Io un idiota, pensate: cuore su di giri, l’anima levita su e giù per la stanza, ed io… io cosa le dico :
-Madame, vuole l’olio sull’insalata oppure no?-
Ma cosa sto dicendo… “ vuole l’olio oppure no “ ! che imbecille,un perfetto idiota!
Lei sorride e va via verso la sala gremita.
La serata scivola via come sempre, tra portate di ogni genere e lunghi e noiosi discorsi d’affari.
Ore 24:00
La cena sta per terminare; i signori lascino la sala e anche Teresa va via.
Mentre sto per sparecchiare il suo tavolo, sento una mano posarsi dolcemente sulla mia spalla destra.
Mi volto, è lei. Stavolta ,per fortuna, non mi cade nulla dalle mani ma il cuore… quello torna a battere come un forsennato.
Mi prende la mano e sul palmo poggia una banconota da cinquanta euro, poi va via.
Ed io…io il solito allocco: fermo, impalato, nessuna sillaba dalle mie labbra.
( Eh no, eh no Giovanni! Questa volta devi correrle dietro; non puoi startene qui senza dirle neppure un grazie!)
Le corro dietro; la trovo sulle scale; la chiamo, lei si volta :
-Scusi madame, volevo…(basta balbettare) volevo ringraziarla e augurarle una buona nottata.-
Lei mi chiede quando avrei finito il mio turno di lavoro – adesso – rispondo io.
-Allora che ne dice di farmi compagnia fuori, giù in giardino per un po’?-
Pensate: lei, una donna così chiede a me di accompagnarla per una passeggiata !
Un colpo per le mie giovani coronarie! Roba da restarci secchi all’istante !
-Si (le dissi), senz’altro…-
-Grazie mille. Sa, mio marito è troppo stanco per farmi compagnia; sarà di sicuro già a letto ed avrei voglia di guardare le stelle per un po’.-
-Ha ragione, stasera è una serata fantastica; il cielo è pieno di stelle, è un vero spettacolo di luci meravigliose.-
-Comunque, il mio nome è Giovanni, Giovanni Leone.-
-Il mio è Teresa.-
Passeggiamo inseguiti dalla luna piena; Teresa è uno spettacolo, il suo splendore è immenso.
La luce lunare la rende ancor più bella e sensuale e poi il vento che le accarezza i capelli, la mostra ingenua, ragazzina.
Ci accomodiamo su una delle panchine accanto al laghetto, lei mi chiede:
-Come mai hai scelto di lavorare qui al “ Grand Hotel” ?-
-Beh! Direi che più di una scelta, si tratta di una cosa un po’ obbligata, visto che di lavoro, di lavoro vero non se ne trova proprio da nessuna parte.-
Ad un tratto,però, il suo volto diventa scuro, triste. Le chiedo cosa abbia ma lei non risponde, mi dice di essere solo un po’ stanca.
-Se vuole la riaccompagno dentro (le propongo io) ?-
-Non ti preoccupare.-
-Posso fare qualcosa per lei ?-
-Sì,inizia a darmi del tu, quel lei mi fa sentire vecchia.-
-Vecchia! Scherza? Lei è una ragazzina!-
-Ti ringrazio…ma l’età purtroppo c’è e avanza di giorno in giorno, comunque potresti fare qualcosa per me !-
-Dica,dica; tutto quello che vuole.-
-Portami a far l’amore!-
Oh mio Dio, portami a far l’amore! Sto per svenire! Lei, una donna di tal classe, di tal bellezza e intelligenza, mi aveva appena chiesto di portarla a far l’amore!
Ecco nuovamente : cuore in gola, mani gelide e sudate, occhi spalancati e fissi come quelli di un pesce fuor d’acqua, poi:
-Come ha detto… cioè come dici…?-
-Hai capito bene, portami a far l’amore!-
-Ma…lei…lei…cioè tu, tu sei sposata!?-
-Lo so, e allora?-
-Cioè, vorrei dire…. Ecco, insomma…-
-Hai ragione, io sono sposata ma mio marito è piatto, monotono, pensa soltanto al suo lavoro e a quelle sgualdrinelle dell’ufficio. Io invece mi sento sola; sola con le mie giornate passate tra i pettegolezzi delle amiche e l’eterna paura d’invecchiare. Ho bisogno di nuove emozioni, di risentire l’alito della giovinezza e tu sei la persona giusta.-
-Ma io non so se…-
-Devi solamente darmi un sì o un no !-
-Sì,però…-
-Però cosa! Forse non ti piaccio o cos’altro ancora?-
-No… no… anzi lei…lei è la donna più bella e intelligente che io abbia mai conosciuto prima.-
-E allora cosa stiamo aspettando, portami nel tuo nido e prendi la donna che è in me, dai sfogo alle tue perversioni più intrinseche.-
Teresa stava per venire a letto con me; incredibile, una favola, un sogno! Non accendete la luce,vi prego ,non voglio svegliarmi!
Eccoci nel mio appartamento; un totale caos come sempre. Prendo qualcosa da bere dal carrello dei liquori, poi,ad un tratto, mi ritrovo Teresa nuda di fronte a me; un attimo dopo ci scopriamo entrambi nudi e palpitanti sul mio letto freddo e disfatto; due ore di passione senza sosta; due ore in cui il mio corpo si sente in tutto e per tutto un tutt’uno con il suo.
Esausti ci ritroviamo l’uno stretto all’altra:
-Mi hai ridato quella freschezza che mi mancava da anni ormai; hai ridato alla mia pelle quel brivido che non assaporava da troppo tempo, i mie seni sono tesi e duri come corde di violino.
Grazie Giovanni, hai ridato al mio cuore l’emozione della prima volta.-
È giunto l’inverno, io e Teresa ci amiamo instancabilmente tutte le settimane, carichi di passione e desiderio incontrollabile, come due adolescenti alla scoperta dei loro corpi.
Stasera ci siamo incontrati per l’ennesima volta; abbiamo fatto l’amore tutta la notte; suo marito non c’è, è andato via per lavoro:
-Ti amo Teresa; ti amo e voglio fuggire via con te…fuggire ovunque potremmo vivere in libertà la nostra passione.-
-Ma cosa dici, di quale amore parli!?-
-Il nostro, il nostro infinito amore!.-
-Spero che tu stia semplicemente scherzando Giovanni?-
-No.. non capisco, che vuoi dire?-
-Io non ti amo… non ho mai parlato d’amore, ho sempre parlato di sesso,sesso allo stato puro!-
-Ma… ma io pensavo che il nostro fosse ormai diventato un grande amore sincero?-
-Tu sei un pazzo! Io non ho alcuna intenzione di distruggere il mio matrimonio per un ragazzino poco più che ventenne e, inoltre, protesti essere mio figlio!-
-No…non puoi farmi questo; non puoi prendere il mio cuore e ridurlo a brandelli in un attimo come un vaso gettato in terra! Vattene, vattene lurida sgualdrina! Già, sei solo una sgualdrina che si è approfittata di me che ha conquistato il mio corpo per riprendersi le sue rivincite su un marito che non l’ama più!-
-Io non ho usato nessuno, ne eri conscio, potevi tirarti indietro se lo volevi ed invece tu hai accettato, ed ora mi ripudi. Benissimo, sai quanti altri ventenni arrapati e bavosi posso trovare, anche migliori di te !-
-Non voglio più sentire un’altra frase uscire dalle tue luride labbra. Lasciami e scompari dalla mia vita per sempre, vai a cercare il tuo trono di sesso su un altro corpo!-
Si riveste… va via… via lasciandomi solo sul letto disfatto e ancora intriso del suo sesso
Mi sento morire…perché mi hai rubato l’anima!? Perché mi illudi  tradendo tutto di me!?-
Prendo del martini bianco dal bar…voglio bere, bere e dimenticare!
Esco…è notte ormai…poche macchine e poche luci. Cammino barcollando; cammino e mi ritrovo in riva al mare, poi cado in un sonno profondo.
Mi sveglio scaldato dalle carezze del sole e più in là noto dei ragazzi giocare al pallone…la palla arriva verso me. Una ragazza si avvicina …è bella…molto bella. Mi sorride… ma non ho voglia di ricambiare il suo saluto.
Le porgo il pallone e vado via.
Torno a casa, stravolto ed infreddolito, mi infilo nella vasca e mi addormento nuovamente tra i vapori del bagno.
Due settimane! Due lunghissime settimane e di Teresa nessuna notizia…provo a chiamarla ogni ora ma nulla…il telefono è irraggiungibile.
Oggi è dura… la sala è strapiena ed io non riesco a sopportare quelle facce tutte uguali.
Chiedo di poter stare in cucina, non riesco a servire ai tavoli.
Piango…un pianto liberatorio! Nessuno si accorge delle mie lacrime, mi ricompongo e sento la scorrevole della cucina spalancarsi: Teresa…! Mi volto, no… non è lei, ma la giovane che avevo visto in spiaggia:
Ciao, ti ho visto in sala e volevo salutarti-
Mi dice con una delicatezza che mi prende e mi invade. Accenna un sorriso, poi:
Ciao…-
Eleonora-
… –
Eleonora, un nome dolce come i suoi occhi
Beh! Allora io vado…-
No, scusami… io sono Giovanni, piacere-
Sai sono venuta a salutarti perché l’altro giorno, giù in spiaggia, ti ho veduto triste ed allora ho pensato che…-
La interrompo
Ti ringrazio ma ero solamente stanco… senti… che ne diresti di prenderci qualcosa al bar…io sto per terminare il turno e allora…-
Questa volta mi interrompe lei
Certamente, Giovanni –
Bene, allora ci vediamo alla hole tra un quarto d’ora-
D’accordo…a dopo-
Per un attimo dimentico i miei problemi, mi cambio e scendo sotto, lei è lì…è bellissima.
-Ciao-
-Ciao-
-Che ne dici di passeggiare un po’ accanto al laghetto-
Ecco, sembra di rivivere gli attimi in cui conobbi Teresa
-Certamente Eleonora-
La guardo, è bella e fresca… mora e bambina; magra e donna; dolce e carnale. Mi prende subito…mi rapiscono le sue mani che gesticolano eleganti…mi fa impazzire quel sorriso naturale!
La riaccompagno dentro, ci scambiamo in nostri numeri telefonici…poi va via. Mi sfiora la guancia sinistra con un bacio e va via.
Ma cosa sto facendo! Mi ripeto in mente…non voglio pensare, è meglio di no.
Sono trascorsi quattro giorni, sono seduto davanti al televisore:
-Trin….trin…-
-Pronto?-
-Ciao…ehm…sono Eleonora…-
-Ciao, come stai?-
-Bene, tu-
-Benissimo-
Silenzio…poi:
-Senti Giovanni ti andrebbe di fare un giro giù in centro?-
– Veramente…va beh sì-
– Allora passi a prendermi tu?-
-Sì dimmi dove?-
-Io abito proprio vicino alla spiaggia, lungo lo stradone delimitante; è la casa grande ad angolo-
– D’accordo, sarò li tra una mezz’oretta-
-Ti aspetto-
-A dopo-
Mi preparo, non so perché sto per incontrarla…non so però voglio uscire, il mio cervello ha fuso, ed ho bisogno di vedere gente.
Ore 21:00: mi trovo davanti alla villa di Eleonora…beh una casa enorme e piena di luci e fontane
Ciao, sei stato puntuale…-
-Sì, odio far aspettare la gente-
Andiamo via sulla mia macchina, una vecchia fiat acquistata da un amico.
Entriamo in un locale, la musica è troppo forte, non riusciamo a comunicare… dieci minuti e poi via…
-Ti va di tornare in spiaggia?-
-Certo-
-Sai io ci vado spesso quando voglio star tranquilla-
-Beh, di notte poi è un paradiso –
Eccoci in spiaggia, sdraiati davanti al mare leggermente mosso e la sua brezza che ci solletica il volto.
-Allora Eleonora, cosa fai nella vita?-
-Studio, sono al secondo anno di pedagogia-
-Interessante….-
-Sì direi proprio di sì-
Mentre provo a formularle un’altra domanda, lei mi bacia
-Ma…-
– Scusami, scusami Giovanni…-
– No, non devi scusarti…-
Questa volta sono io che la bacio,e ancora…fino a che non ci ritroviamo stesi l’uno sull’altra amandoci, come se ci conoscessimo da sempre.
-È stato bellissimo-
-Sei tu bellissima-
Ci baciamo ancora, poi la riaccompagno a casa. Guido e mi rendo conto che lei mi piace…ma… (nessun ma, basta Giovanni! Devi reagire! Non puoi stare sempre lì a pensar Teresa)
I giorni scorrano, io ed Ele siamo un’unica cosa… giorno e notte insieme,inseparabili.
Ci troviamo ancora in spiaggia; stasera è un po’ affollata, diverse coppiette sparse un po’ per il manto sabbioso…ad un tratto:
-Teresa! Teresa! Cosa ci fa qui? E con chi è?-
Eleonora parla…parla ma io non rispondo; fisso sempre quei due più in là …abbracciati
-Devo andare!-
-Come…devi andare!?-
Non rispondo nemmeno, mi alzo e corro verso la coppia; si voltano: non è lei…non è la mia Teresa!
Torno da Eleonora…è zitta e un po’ triste
-Ma dove sei andato? Chi hai visto?-
-Niente…nessuno-
A quel punto Eleonora inventa una scusa per andar via; io non le dico nulla e la riaccompagno.
Teresa…sempre presente nei miei pensieri! Vado a letto e la sogno…sogno di possederla, di amarla con tutta la mia passione.
(Basta Giovanni, non puoi vivere costantemente con quest’incubo … sì ma non posso nemmeno far soffrire Eleonora…è dolce e carina…ma…!)
Non ci vediamo da quattro giorni, io non chiamo e lei neppure…avrà capito!
Devo andare da lei, devo dirle che non sono pronto…che non posso continuare questa storia assurda
Sono davanti alla sua casa, suono ma non risponde nessuno…decido d’aspettarla. Dopo un po’ arriva un’auto, si ferma davanti al cancello e dalla macchina scendono due donne: non posso credere ai miei occhi…Teresa ed Eleonora, poi:
Mamma, io vado da Mary, ci vediamo dopo-
Mamma!!! Non può essere…Eleonora è la figlia di Teresa…Teresa è la madre di Eleonora!
Sto per impazzire! Attraverso la strada e vado verso la villa, suono: Teresa
-Ciao, Teresa…-
-Giovanni!-
E, come qualche tempo addietro, rimango folgorato dai suoi occhi…mi fa accomodare
-Lo so perché sei qui…Eleonora!?-
-Allora sapevi tutto!?-
-Certo, ho ideato tutto io…io ho lasciato che mia figlia si innamorasse di te!-
-Perché!?-
-Perché ti amo ma non posso esser tua! Allora ho pensato che Eleonora ti avrebbe amato più di me e poi,così, ti avrei avuto sempre accanto …!-
-Ma tu sei folle! Ovviamente tutto ciò a mia insaputa!? Ed io…e di me…di quello che sento e del dolore che mi hai arrecato!? Eh…eh!-
-Ascolta Giovanni…-
– No… ascoltami tu, signora so tutto io! Sono stanco di te…lasciami in pace…lasciatemi in pace…!-
Sbatto la porta e vado via di corsa, salgo in macchina e corro…corro senza sosta, poi mi fermo vicino alla piazza e rido… rido come un folle
“Teresa se ne era andata, ed io ero solo in lacrime con la speranza che lei fosse tornata dicendomi che era stato solo un gioco,uno scherzo…ma l’attesa fu inutile.”
Sono passati due anni da quel giorno, lavoro ancora tra i tavoli del “ Grand Hotel” ed oggi di Teresa ho sposato la figlia…ci provo ma di lei non so fare a meno!
“L’amore è venuto a trovarmi
dentro un abito di seta a fiori
mi ha rapito col suo odore di carne
col diamante dei suoi occhi
Ho strisciato fra le sue lenzuola
strappandone le sue sottane
Mi ha sedotto con le curve sinuose
con parole tenui
Ho incontrato l’amore
tra i tavoli del Grand Hotel
ma di me ha succhiato tutto
svestendosi i miei piaceri
Ha rubato la mia vita…
per la sua…”

La fatal Teresa

Lavoro tra i tavoli del “Grand Hotel”, sfarzoso locale in stile barocco dove la gente ricca viene a smaltire le proprie inquietudini quotidiane.Passo i miei giorni tra tovaglie profumanti di bucato fresco;  piatti e posate in argento e bicchieri in cristallo che brillano più di uno smeraldo.I volti sono tanti: uomini; donne; fanciulle e ragazzetti raffinati che passeggiano tra tartine di caviale e bicchieri di vino francese.Gli uomini parlano d’affari e vecchie auto d’epoca; le loro donne, tra una risata e l’altra, parlano di libri e moda. I ragazzi, invece, discutano del loro futuro ambizioso, già scritto e programmato come il copione di uno spettacolo teatrale.Sorrido mentre li servo ai loro tavoli; un sorriso di gomma e nausea. Loro non mi guardano neppure o forse sì…considerandomi, solamente, un povero demente che sa a malapena servire ai tavoli, portando in equilibrio, sulle braccia, la loro cena.I visi sono tanti e quasi tutti uguali. Uomini slanciati con la loro riga perfettamente pettinata e colorata per coprirne il grigiastro colore della vecchiaia.Le donne ornate di gioielli e profumanti come orchidee ed i loro figli vestiti a damerini, con l’aria di chi sa tutto o forse anche di più.Ed ecco lei…la più intrigante; la più misteriosa o forse solamente la più normale.Teresa…l’unica donna che sembra non centrare nulla con tutti gli altri; l’unica che sembra venuta fuori da un altro film.Non tanto alta; magra e sensuale. Capelli rossi e ondulati; gli occhi da diamante e le labbra sottili e rosee. Non più di quarantadue, quarantatré anni di età.Sta sempre seduta al tavolo quattro, con l’aria di chi si annoia a morte, mentre ascolta le civetterie delle sue amiche.Servo io al suo tavolo…le porto caviale e salmone, lei, però, mi chiede se è possibile avere una leggera insalata di verdure.-Certo madame – (rispondo io)Ed ecco che ad un tratto rimango incantato…assorto; i suoi occhi si scontrano con i miei e le mie pupille vengono abbagliate fino alle tempie che sembrano scoppiare ed impazzire d’incanto.Lei sorride…sorride e sposta indietro i capelli soffici e profumati. Il suo è un sorriso fresco; ingenuo; irradiante.Faccio cadere il vassoio, mi guardano tutti con stupore. Qualcuno accenna un sorriso, qualche altro mi dà dell’idiota. Io non ascolto…davanti a me c’è solo lei, tutto quello che mi circonda è lontano anni luce dalle mie percezioni.Rimango a guardarla per tutta la sera, poi, quando sta per andar via, m’inchino per salutarla; lei sorride e ricambia il mio saluto.Non dormo da tre notti…la mia mente è stata invasa da Teresa; i miei occhi hanno sempre la sua immagine fissa davanti, senza scomparire mai…neppure per un piccolissimo istante.Son passati tre mesi e finalmente oggi l’ho rivista…ancora una volta ho fatto cadere il vassoio. Il perfetto replay di tre mesi fa : vassoi giù…sorrisi, commenti e lei…lei davanti a me e poi nulla, nient’altro.Ai miei occhi appare sempre più bella, solare come non mai…direi celestiale.Mi chiamano in cucina per prendere i piatti da servire al tavolo quindici ma, mentre li sistemo sulle braccia, un profumo delicato mi inebria di dolcezza, mi volto : lei !Ecco fatto ! ancora una volta tutto giù per terra : piatti e porzioni… ma io fermo, immobile davanti al suo splendore. Lei sorride, e mi dice:-E’ un vizio il suo,dunque.-Io le chiedo scusa, poi mi domanda se è possibile ordinare la solita insalata.-Certo (rispondo io), gliela servirò personalmente.-Parlo ma la mia mente si chiede come mai è venuta qui in cucina; poteva benissimo chiedermelo al tavolo?! E poi perché io? PPerché lo chiede a me? Avrebbe potuto ordinarla ai camerieri in sala, chissà!Nel frattempo va via; io la fermo; lei si volta. Io un idiota, pensate: cuore su di giri, l’anima levita su e giù per la stanza, ed io… io cosa le dico :-Madame, vuole l’olio sull’insalata oppure no?-Ma cosa sto dicendo… “ vuole l’olio oppure no “ ! che imbecille,un perfetto idiota!Lei sorride e va via verso la sala gremita.La serata scivola via come sempre, tra portate di ogni genere e lunghi e noiosi discorsi d’affari.Ore 24:00La cena sta per terminare; i signori lascino la sala e anche Teresa va via.Mentre sto per sparecchiare il suo tavolo, sento una mano posarsi dolcemente sulla mia spalla destra.Mi volto, è lei. Stavolta ,per fortuna, non mi cade nulla dalle mani ma il cuore… quello torna a battere come un forsennato.Mi prende la mano e sul palmo poggia una banconota da cinquanta euro, poi va via.Ed io…io il solito allocco: fermo, impalato, nessuna sillaba dalle mie labbra.( Eh no, eh no Giovanni! Questa volta devi correrle dietro; non puoi startene qui senza dirle neppure un grazie!)Le corro dietro; la trovo sulle scale; la chiamo, lei si volta :-Scusi madame, volevo…(basta balbettare) volevo ringraziarla e augurarle una buona nottata.-Lei mi chiede quando avrei finito il mio turno di lavoro – adesso – rispondo io.-Allora che ne dice di farmi compagnia fuori, giù in giardino per un po’?-Pensate: lei, una donna così chiede a me di accompagnarla per una passeggiata !Un colpo per le mie giovani coronarie! Roba da restarci secchi all’istante !-Si (le dissi), senz’altro…–Grazie mille. Sa, mio marito è troppo stanco per farmi compagnia; sarà di sicuro già a letto ed avrei voglia di guardare le stelle per un po’.–Ha ragione, stasera è una serata fantastica; il cielo è pieno di stelle, è un vero spettacolo di luci meravigliose.–Comunque, il mio nome è Giovanni, Giovanni Leone.–Il mio è Teresa.-Passeggiamo inseguiti dalla luna piena; Teresa è uno spettacolo, il suo splendore è immenso.La luce lunare la rende ancor più bella e sensuale e poi il vento che le accarezza i capelli, la mostra ingenua, ragazzina.Ci accomodiamo su una delle panchine accanto al laghetto, lei mi chiede:-Come mai hai scelto di lavorare qui al “ Grand Hotel” ?–Beh! Direi che più di una scelta, si tratta di una cosa un po’ obbligata, visto che di lavoro, di lavoro vero non se ne trova proprio da nessuna parte.-Ad un tratto,però, il suo volto diventa scuro, triste. Le chiedo cosa abbia ma lei non risponde, mi dice di essere solo un po’ stanca.-Se vuole la riaccompagno dentro (le propongo io) ?–Non ti preoccupare.–Posso fare qualcosa per lei ?–Sì,inizia a darmi del tu, quel lei mi fa sentire vecchia.–Vecchia! Scherza? Lei è una ragazzina!–Ti ringrazio…ma l’età purtroppo c’è e avanza di giorno in giorno, comunque potresti fare qualcosa per me !–Dica,dica; tutto quello che vuole.–Portami a far l’amore!-Oh mio Dio, portami a far l’amore! Sto per svenire! Lei, una donna di tal classe, di tal bellezza e intelligenza, mi aveva appena chiesto di portarla a far l’amore!Ecco nuovamente : cuore in gola, mani gelide e sudate, occhi spalancati e fissi come quelli di un pesce fuor d’acqua, poi:-Come ha detto… cioè come dici…?–Hai capito bene, portami a far l’amore!–Ma…lei…lei…cioè tu, tu sei sposata!?–Lo so, e allora?–Cioè, vorrei dire…. Ecco, insomma…–Hai ragione, io sono sposata ma mio marito è piatto, monotono, pensa soltanto al suo lavoro e a quelle sgualdrinelle dell’ufficio. Io invece mi sento sola; sola con le mie giornate passate tra i pettegolezzi delle amiche e l’eterna paura d’invecchiare. Ho bisogno di nuove emozioni, di risentire l’alito della giovinezza e tu sei la persona giusta.–Ma io non so se…–Devi solamente darmi un sì o un no !–Sì,però…–Però cosa! Forse non ti piaccio o cos’altro ancora?–No… no… anzi lei…lei è la donna più bella e intelligente che io abbia mai conosciuto prima.–E allora cosa stiamo aspettando, portami nel tuo nido e prendi la donna che è in me, dai sfogo alle tue perversioni più intrinseche.-Teresa stava per venire a letto con me; incredibile, una favola, un sogno! Non accendete la luce,vi prego ,non voglio svegliarmi!Eccoci nel mio appartamento; un totale caos come sempre. Prendo qualcosa da bere dal carrello dei liquori, poi,ad un tratto, mi ritrovo Teresa nuda di fronte a me; un attimo dopo ci scopriamo entrambi nudi e palpitanti sul mio letto freddo e disfatto; due ore di passione senza sosta; due ore in cui il mio corpo si sente in tutto e per tutto un tutt’uno con il suo.Esausti ci ritroviamo l’uno stretto all’altra:-Mi hai ridato quella freschezza che mi mancava da anni ormai; hai ridato alla mia pelle quel brivido che non assaporava da troppo tempo, i mie seni sono tesi e duri come corde di violino.Grazie Giovanni, hai ridato al mio cuore l’emozione della prima volta.-
È giunto l’inverno, io e Teresa ci amiamo instancabilmente tutte le settimane, carichi di passione e desiderio incontrollabile, come due adolescenti alla scoperta dei loro corpi.Stasera ci siamo incontrati per l’ennesima volta; abbiamo fatto l’amore tutta la notte; suo marito non c’è, è andato via per lavoro:-Ti amo Teresa; ti amo e voglio fuggire via con te…fuggire ovunque potremmo vivere in libertà la nostra passione.–Ma cosa dici, di quale amore parli!?–Il nostro, il nostro infinito amore!.–Spero che tu stia semplicemente scherzando Giovanni?–No.. non capisco, che vuoi dire?–Io non ti amo… non ho mai parlato d’amore, ho sempre parlato di sesso,sesso allo stato puro!–Ma… ma io pensavo che il nostro fosse ormai diventato un grande amore sincero?–Tu sei un pazzo! Io non ho alcuna intenzione di distruggere il mio matrimonio per un ragazzino poco più che ventenne e, inoltre, protesti essere mio figlio!–No…non puoi farmi questo; non puoi prendere il mio cuore e ridurlo a brandelli in un attimo come un vaso gettato in terra! Vattene, vattene lurida sgualdrina! Già, sei solo una sgualdrina che si è approfittata di me che ha conquistato il mio corpo per riprendersi le sue rivincite su un marito che non l’ama più!–Io non ho usato nessuno, ne eri conscio, potevi tirarti indietro se lo volevi ed invece tu hai accettato, ed ora mi ripudi. Benissimo, sai quanti altri ventenni arrapati e bavosi posso trovare, anche migliori di te !–Non voglio più sentire un’altra frase uscire dalle tue luride labbra. Lasciami e scompari dalla mia vita per sempre, vai a cercare il tuo trono di sesso su un altro corpo!-

Si riveste… va via… via lasciandomi solo sul letto disfatto e ancora intriso del suo sesso
Mi sento morire…perché mi hai rubato l’anima!? Perché mi illudi  tradendo tutto di me!?-
Prendo del martini bianco dal bar…voglio bere, bere e dimenticare!Esco…è notte ormai…poche macchine e poche luci. Cammino barcollando; cammino e mi ritrovo in riva al mare, poi cado in un sonno profondo.Mi sveglio scaldato dalle carezze del sole e più in là noto dei ragazzi giocare al pallone…la palla arriva verso me. Una ragazza si avvicina …è bella…molto bella. Mi sorride… ma non ho voglia di ricambiare il suo saluto.Le porgo il pallone e vado via.Torno a casa, stravolto ed infreddolito, mi infilo nella vasca e mi addormento nuovamente tra i vapori del bagno.Due settimane! Due lunghissime settimane e di Teresa nessuna notizia…provo a chiamarla ogni ora ma nulla…il telefono è irraggiungibile.Oggi è dura… la sala è strapiena ed io non riesco a sopportare quelle facce tutte uguali.Chiedo di poter stare in cucina, non riesco a servire ai tavoli.Piango…un pianto liberatorio! Nessuno si accorge delle mie lacrime, mi ricompongo e sento la scorrevole della cucina spalancarsi: Teresa…! Mi volto, no… non è lei, ma la giovane che avevo visto in spiaggia:
Ciao, ti ho visto in sala e volevo salutarti-
Mi dice con una delicatezza che mi prende e mi invade. Accenna un sorriso, poi:Ciao…-Eleonora-… –
Eleonora, un nome dolce come i suoi occhi
Beh! Allora io vado…- No, scusami… io sono Giovanni, piacere-Sai sono venuta a salutarti perché l’altro giorno, giù in spiaggia, ti ho veduto triste ed allora ho pensato che…-
La interrompo
Ti ringrazio ma ero solamente stanco… senti… che ne diresti di prenderci qualcosa al bar…io sto per terminare il turno e allora…-
Questa volta mi interrompe lei
Certamente, Giovanni –Bene, allora ci vediamo alla hole tra un quarto d’ora-D’accordo…a dopo-
Per un attimo dimentico i miei problemi, mi cambio e scendo sotto, lei è lì…è bellissima. 
-Ciao–Ciao–Che ne dici di passeggiare un po’ accanto al laghetto-
Ecco, sembra di rivivere gli attimi in cui conobbi Teresa
-Certamente Eleonora-
La guardo, è bella e fresca… mora e bambina; magra e donna; dolce e carnale. Mi prende subito…mi rapiscono le sue mani che gesticolano eleganti…mi fa impazzire quel sorriso naturale!La riaccompagno dentro, ci scambiamo in nostri numeri telefonici…poi va via. Mi sfiora la guancia sinistra con un bacio e va via.Ma cosa sto facendo! Mi ripeto in mente…non voglio pensare, è meglio di no.Sono trascorsi quattro giorni, sono seduto davanti al televisore: 
-Trin….trin…–Pronto?–Ciao…ehm…sono Eleonora…–Ciao, come stai?–Bene, tu–Benissimo-
Silenzio…poi:
-Senti Giovanni ti andrebbe di fare un giro giù in centro?– Veramente…va beh sì– Allora passi a prendermi tu?–Sì dimmi dove?–Io abito proprio vicino alla spiaggia, lungo lo stradone delimitante; è la casa grande ad angolo– D’accordo, sarò li tra una mezz’oretta–Ti aspetto–A dopo-
Mi preparo, non so perché sto per incontrarla…non so però voglio uscire, il mio cervello ha fuso, ed ho bisogno di vedere gente.
Ore 21:00: mi trovo davanti alla villa di Eleonora…beh una casa enorme e piena di luci e fontane
Ciao, sei stato puntuale…–Sì, odio far aspettare la gente-
Andiamo via sulla mia macchina, una vecchia fiat acquistata da un amico.Entriamo in un locale, la musica è troppo forte, non riusciamo a comunicare… dieci minuti e poi via…
-Ti va di tornare in spiaggia?–Certo–Sai io ci vado spesso quando voglio star tranquilla–Beh, di notte poi è un paradiso –
Eccoci in spiaggia, sdraiati davanti al mare leggermente mosso e la sua brezza che ci solletica il volto.
-Allora Eleonora, cosa fai nella vita?–Studio, sono al secondo anno di pedagogia–Interessante….–Sì direi proprio di sì-
Mentre provo a formularle un’altra domanda, lei mi bacia
-Ma…– Scusami, scusami Giovanni…– No, non devi scusarti…-
Questa volta sono io che la bacio,e ancora…fino a che non ci ritroviamo stesi l’uno sull’altra amandoci, come se ci conoscessimo da sempre.
-È stato bellissimo–Sei tu bellissima-
Ci baciamo ancora, poi la riaccompagno a casa. Guido e mi rendo conto che lei mi piace…ma… (nessun ma, basta Giovanni! Devi reagire! Non puoi stare sempre lì a pensar Teresa)
I giorni scorrano, io ed Ele siamo un’unica cosa… giorno e notte insieme,inseparabili.Ci troviamo ancora in spiaggia; stasera è un po’ affollata, diverse coppiette sparse un po’ per il manto sabbioso…ad un tratto:
-Teresa! Teresa! Cosa ci fa qui? E con chi è?-
Eleonora parla…parla ma io non rispondo; fisso sempre quei due più in là …abbracciati
-Devo andare!–Come…devi andare!?-
Non rispondo nemmeno, mi alzo e corro verso la coppia; si voltano: non è lei…non è la mia Teresa!Torno da Eleonora…è zitta e un po’ triste
-Ma dove sei andato? Chi hai visto?–Niente…nessuno-
A quel punto Eleonora inventa una scusa per andar via; io non le dico nulla e la riaccompagno.Teresa…sempre presente nei miei pensieri! Vado a letto e la sogno…sogno di possederla, di amarla con tutta la mia passione.
(Basta Giovanni, non puoi vivere costantemente con quest’incubo … sì ma non posso nemmeno far soffrire Eleonora…è dolce e carina…ma…!)
Non ci vediamo da quattro giorni, io non chiamo e lei neppure…avrà capito!Devo andare da lei, devo dirle che non sono pronto…che non posso continuare questa storia assurdaSono davanti alla sua casa, suono ma non risponde nessuno…decido d’aspettarla. Dopo un po’ arriva un’auto, si ferma davanti al cancello e dalla macchina scendono due donne: non posso credere ai miei occhi…Teresa ed Eleonora, poi:
Mamma, io vado da Mary, ci vediamo dopo-
Mamma!!! Non può essere…Eleonora è la figlia di Teresa…Teresa è la madre di Eleonora!Sto per impazzire! Attraverso la strada e vado verso la villa, suono: Teresa
-Ciao, Teresa…–Giovanni!-
E, come qualche tempo addietro, rimango folgorato dai suoi occhi…mi fa accomodare-Lo so perché sei qui…Eleonora!?–Allora sapevi tutto!?–Certo, ho ideato tutto io…io ho lasciato che mia figlia si innamorasse di te!–Perché!?–Perché ti amo ma non posso esser tua! Allora ho pensato che Eleonora ti avrebbe amato più di me e poi,così, ti avrei avuto sempre accanto …!–Ma tu sei folle! Ovviamente tutto ciò a mia insaputa!? Ed io…e di me…di quello che sento e del dolore che mi hai arrecato!? Eh…eh!–Ascolta Giovanni…– No… ascoltami tu, signora so tutto io! Sono stanco di te…lasciami in pace…lasciatemi in pace…!-
Sbatto la porta e vado via di corsa, salgo in macchina e corro…corro senza sosta, poi mi fermo vicino alla piazza e rido… rido come un folle

“Teresa se ne era andata, ed io ero solo in lacrime con la speranza che lei fosse tornata dicendomi che era stato solo un gioco,uno scherzo…ma l’attesa fu inutile.”
Sono passati due anni da quel giorno, lavoro ancora tra i tavoli del “ Grand Hotel” ed oggi di Teresa ho sposato la figlia…ci provo ma di lei non so fare a meno!

“L’amore è venuto a trovarmidentro un abito di seta a fiorimi ha rapito col suo odore di carnecol diamante dei suoi occhiHo strisciato fra le sue lenzuolastrappandone le sue sottaneMi ha sedotto con le curve sinuosecon parole tenuiHo incontrato l’amoretra i tavoli del Grand Hotelma di me ha succhiato tuttosvestendosi i miei piaceriHa rubato la mia vita…per la sua…”

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