Io,Claudia e Pluk

Oggi ospitiamo nelle nostre pagine Maria Grazia Crozzoli scrittrice ed autrice di “Io, Claudia e Pluk”. Edito nel 2011 dalla casa editrice "Gruppo Editoriale Castel Negrino". Maria Grazia  Crozzoli nasce a Torino nel 1962, si laurea in scienze motorie e dopo aver conseguito un diploma di specializzazione, intraprende la carriera dell’ insegnamento,  occupandosi specificatamente di ragazzi diversamente abili. L’amore per la scrittura che ha sempre avuto e la sua personale storia di vita vissuta, la portano alla stesura e poi alla pubblicazione di questo romanzo in cui lei è protagonista insieme alla compagna Claudia ed il loro cane Pluk, un simpatico boxer che con la sua presenza ha riempito e completato le loro esistenze. Ma quando improvvisamente Pluk muore, nella vita delle due donne rimane un vuoto e un grande dolore, che sarà lenito in parte dalla presenza di Cico, il figlio di Pluk. Una storia a tre vissuta intensamente. Un romanzo che trasuda di sentimenti.. amore, tristezza, gioia, dolore, un racconto di vita, che vuole essere anche una delicata dedica a tutti gli amici a quattro zampe del mondo.

 
 
 
 
F.C. Buongiorno Maria Grazia benvenuta nel nostro blog. "Io, Claudia e Pluk" è il tuo romanzo d’esordio che ha avuto ed ha grande riscontro di pubblico; come e nata l’idea di questa storia?
MG.C.  Buongiorno a voi e grazie dell’ospitalità. L’idea di questa storia è nata in seguito alla morte della piccola protagonista: Plűk. In realtà il suo vero nome era Pelo, ma lei si adattò spesso a diversi nomignoli affettuosi come spiego nel romanzo. Uno di questi è appunto Plűk, il suo nome traslato alla piemontese. Nacque , dicevo , in seguito alla sua improvvisa dipartita. Era un modo per elaborare un lutto. Più una sorta di diario potrei dire. Forse un modo per non fare scomparire del tutto colei che mi aveva insegnato a non temere gli amici con la coda, che mi aveva fatto apprezzare di più la vita, concedendomi il lusso di viverla appieno momento per momento, nelle sue bellezze, nelle sue malinconie, nei suoi momenti di gioia e dolore. Il famoso Carpe Diem, la filosofia del vivere giorno per giorno al massimo della sua bellezza, dimenticando i torti subiti e godendo appunto l’istante, senza preoccuparmi del dopo con paura, l’ho imparato da lei. L’essere se stessi, senza la paura di essere giudicati, beh lo devo proprio a lei e poi al figlio Cico. E poi da cosa nasce cosa. Leggerlo a Claudia, la mia compagna e poi agli amici che l’avevano conosciuta è stato l’input per andare avanti. Dopo varie cesellature e rifacimenti, il diario, ha poi preso la forma del romanzo. 
 
F.C. L’amore per gli animali è evidente nel tuo romanzo.. ti va di parlarci di questa tuo forte sentimento.. com’è nato?
MG.C. In realtà da ragazzina ho sempre amato animali di tutti i generi. Eccezion fatta per ragni e rettili. Quelli non riesco proprio a farmeli “amici”. Spesso rimanevo incantata a osservare una farfalla su un fiore, o una formica che trasportava faticosamente una briciola di pane. Eventi questi che mi affascinano ancora adesso, nonostante gli …anta. Il cane, l’amico con la coda, colui che ti trasmette amore allo stato più puro, con cui puoi fare scemenze senza essere giudicato e avere un rapporto unico di complicità, è il top. Poi, un morso di dalmata mi fece cambiare rotta. Non che dall’amore passai all’odio. Anzi. Ricordo ancora le parole di quel giorno: “ non è stata colpa sua. Ha fatto il suo dovere” . Con questo non dico che il dovere dei cani sia quello di mordere, ma ho comunque preso le sue difese. Il guaio è che da lì in avanti il binomio cane/terrore diventò inscindibile. Poi con l’arrivo di Pluk, beh, il vecchio amore riaffiorò in maniera graduale fino ad oggi dove è ancora onnipresente. Attualmente infatti vivo con Claudia, e tre amici con la coda: Birra la boxerina, Trippa la labradorona (perché è cicciotta) e Tio un cane fantasia adottato a marzo 2012.
 
F.C. Quando hai deciso di scrivere questo libro e che tipo di messaggio vuoi che arrivi ai tuoi lettori? MG.C.  Come dicevo prima, il libro non è nato come tale. Era più un diario per poter elaborare l’evento negativo della sua morte. Ricordo che, era il 14 febbraio 2007, Claudia chiusa nel suo dolore e nei suoi silenzi, Cico il figlio di Plűk arrotolato sul divano che ci dava le spalle e ogni tanto correva dove era sua madre e ululava il suo malessere. Mi sentivo impotente. Non avevo neppure la forza di giocarci insieme. Osservavo Claudia che silenziosamente piangeva. Pelo era sua, con Claudia era un tutt’uno. Fu un attimo. Presi carta e penna e cominciai a estrapolare, nero su bianco, tutto ciò che in quel momento mi usciva di getto dalla biro. E andai avanti, per giorni. Passavo le ore a scrivere e scrivere e ancora scrivere. Rileggevo, piangevo e poi sorridevo. E mi tornavano alla mente eventi ridicoli e inverosimili .Anche divertenti. Perché, in tutto è così, almeno per quanto mi riguarda. La morte è dolore. Un distacco a cui non si può porre rimedio. “Si nasce a braccetto con lei” diceva mio padre. E all’inizio il ricordo del dolore in sé e dei momenti più dolorosi non lascia mai la nostra mente. Poi a poco a poco si fa spazio qualcosa di positivo che ti riporta il sorriso. Un ricordo piacevole, una figuraccia che è tale se vista con gli occhi umani, ma torni a sorridere, a ridere, a vivere. Non c’è un messaggio particolare. Ognuno può trovare, anche in un singolo evento, ciò che in qualche modo lo riconduce alla propria esistenza e farlo suo. Però pensandoci bene c’è! Il cane, gatto o vitellino che sia, rimane comunque un essere senziente, capace di dare e ricevere amore. Non si può relegare in giardino, con la scusa che “sta meglio” fuori. Un cane non se ne fa nulla di un grande spazio se non ha il suo amico umano con cui condividerlo.
 
F.C. E’ stato facile per te pubblicare o hai riscontrato difficoltà?
MG.C. No assolutamente. Ho avuto le mie salite, le mie amare salite. Da quando lo spedii alle diverse case editrici, ho atteso quasi un anno. Certo, mi hanno contattato in molti. Solo che chiedevano contributi alti o obbligo di acquisto copie. Cominciavo a non crederci più nemmeno io. A luglio 2011, una telefonata inattesa. L’editore del Gruppo Editoriale Castel Negrino, nella persona della signora Fresta Veronica, investiva sul mio romanzo. Non mi chiese nulla in cambio se non la partecipazione attiva alle correzioni. Ero davvero entusiasta. Inizialmente incredula, ma sprizzavo felicità da tutti i pori. Da quel giorno iniziai una collaborazione ottima con la casa editrice, che dura tutt’ora.
 
F.C. Com’è il tuo approccio da scrittrice con i social network e internet in generale, ti hanno aiutato a farti conoscere ed apprezzare? 
MG.C. Inizialmente non ero molto propensa a usare internet e i social network, per una questione di riservatezza e per il timore di essere troppo insistente nella pubblicizzazione del romanzo. Assurdo considerando che avevo scritto un romanzo con l’intento di farlo conoscere al mondo. Credo che questa via sia una buona cosa, soprattutto per uno scrittore esordiente. È immediata la risposta da parte del pubblico sia in positivo che in negativo e può essere un mezzo di crescita se usato in maniera giusta accettando anche le eventuali critiche.
 
F.C. Pensi di scrivere un seguito di “Io, Claudia e Pluk” oppure ci riserverai qualcosa di diverso? MG.C.  Il seguito ci sarà sicuramente ed è già in produzione, ma non voglio rivelare altro. Sarà una sorpresa Il finale del romanzo è infatti rimasto aperto. L’ultima frase mi è stata “suggerita” da Cico, il figlio di Plűk, che rimaneva pazientemente accoccolato ai miei piedi quando ero concentrata sulla stesura di quest’opera. Ogni tanto brontolava, quasi a ricordarmi di concedere un po’ del mio tempo anche a lui. Se non rispondevo alle sue richieste mi saliva direttamente in braccio. Era il segno che dovevo smettere. Quando misi l’ultimo punto al romanzo, tirai un sospiro ed esclamai: “finito”. Cico mi guardò. Una coccola sulla sua testa e uscimmo in passeggiata. Il qualcosa di diverso, invece, c’è sicuramente nei miei progetti, ma a lungo termine.
 
F.C. Maria Grazia noi ti ringraziamo e per il tempo che ci hai dedicato, se vuoi puoi aggiungere qualcosa per i tuoi lettori e per coloro che sicuramente lo diventeranno.
MG.C.  È un libro, questo che affronta due tematiche attuali. Come mi hanno detto molti lettori suscita emozioni e fa pensare. In esso è racchiuso, prima dell’amore, il rispetto della vita in tutte le sue forme anche quelle che possono essere reputate diverse, ma sicuramente non inferiori. Questo pensiero mi ha portato gradualmente a cambiare alimentazione fino a diventare vegetariana.Il romanzo può essere acquistato direttamente alla casa editrice Gruppo Editoriale Castel Negrino, in libreria o su tutti i siti on line: bo.it, amazon.it, ibs, macrolibrarsi e via dicendo. Su Facebook, ho aperto una pagina Io, Claudia e Pluk, più dedicato agli animali che al romanzo in sé e mi piacerebbe che aumentassero i fans.
Il 23 giugno farò una presentazione a Roma in “Eventi dell’ estate”. Potrebbe essere un modo per conoscermi direttamente. Trovate l’evento sul mio profilo. Vi ringrazio ancora della vostra disponibilità.
Ciao a tutti.
 
 
 
 
 
Carmen Fasone
 
 
 

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