Intervista a Francesca Ancarani

 

 

Ciao. È un piacere averti con noi. Ti va di presentarti ai nostri lettori?

Ciao, il piacere è mio, grazie a voi per l’opportunità. Mi presento subito, mi chiamo Francesca Ancarani, vivo a Forlì con mio marito e le mie due figlie e lavoro in un ufficio di consulenti finanziari.

Ami leggere? E qual è il genere che preferisci sfogliare?

Amo leggere da quando ne ho memoria, mi è fin da subito sembrata la più grande rivelazione della vita! Poter entrare in mondi sconosciuti, città mai visitate, scoprire personaggi di ogni etnia e carattere, persino di fantasia, è stata realmente la scoperta della mia vita. Adoro tutti i libri e non ho un genere preferito, spazio volentieri fra il thriller/horror, il fantasy in tutte le sue sottocategorie, il romance, la narrativa, ecc.

Desideravi scrivere libri sin da piccola?

Da piccola preferivo leggere, ma verso l’adolescenza ho iniziato a cimentarmi nella scrittura di racconti brevi, a volte autobiografici, altri inventati. Inoltre avevo una passione per i diari: credo di averne riempiti di parole e pensieri a decine, in quel periodo.

Quando hai iniziato a pubblicare i tuoi romanzi e qual è stato l’incentivo per iniziare?

In realtà devo ancora pubblicare il mio primo libro. Dovrebbe uscire in autunno, credo tra settembre e ottobre per la Believe Edizioni, una piccola realtà che si sta impegnando tanto per dare voce anche ai piccoli autori emergenti come me.

L’incentivo ad iniziare a fare sul serio me l’ha dato una persona che oggi purtroppo non c’è più ma che fin da subito ha creduto in me e nelle mie idee. A lei, infatti, ho dedicato questo primo volume della trilogia. Non so se avrei mai avuto il coraggio di espormi tanto se non fosse stato per lei. ♥

Se dovessi definire la tua penna come ti considereresti? Descrivici pregi e difetti del tuo stile.

Non mi definisco una scrittrice e mai lo farò, per me scrittore è sinonimo di ben altro, però posso affermare di avere uno stile semplice e coinvolgente, adatto al target a cui si riferiscono i miei romanzi. Per quanto riguarda i difetti, userei sempre lo stesso termine: semplice. Penso che per certi versi possa essere un punto di forza, ma per altri anche un limite. In ogni caso mi auguro che il mio stile piaccia e catturi i consensi delle giovani donne.

Da cosa prendi spunto per realizzare le storie dei tuoi romanzi?

Per la realizzazione di questa trilogia, è nato tutto da un sogno in cui mi risvegliavo terrorizzata dentro ad una bara (macabro, lo so!) e così ho pensato all’incipit del romanzo. In seguito, ho cambiato alcune cose e ho deciso che per la mia protagonista un letto fosse meglio di una bara, ma tutto è nato, appunto, da un sogno che mi riguardava.

In quel periodo avevo appena letto tutta la saga di Twilight che, sebbene non mi avesse soddisfatta appieno, mi aiutò ad aprire la mente verso una nuova era di vampiri che non apparivano per forza come mostri spietati senza morale e valori, modo in cui invece ci erano stati quasi sempre presentati fino a quel momento. Sia chiaro, non sto criticando la letteratura vampiresca, amo e amerò sempre sia la Rice e i suoi fantastici personaggi, sia Stoker e il suo magnifico Dracula (e tutti quelli venuti prima e dopo di loro), diciamo, però, che poter donare una visione alternativa a queste creature è stato in qualche modo illuminante.

C’è un tuo personaggio che ti rappresenta?

A dire il vero io mi ritrovo in più di un personaggio tra quelli che ho inventato, anzi, credo di aver dato una piccola parte di me a ognuno di loro, però quelli che mi rispecchiano maggiormente, per carattere o atteggiamenti, sono Maya, la protagonista, e Aaron, ma di lui non vi svelerò nulla!

Se dovessi dare un consiglio a qualcuno che sta intraprendendo questa strada, cosa gli diresti?

Gli direi di non farsi prendere dalle insicurezze o dal panico da scrittore, come capita spesso a me, purtroppo. La vita è una soltanto e dobbiamo giocarcela fino in fondo, dando più spazio possibile alle nostre passioni, senza i condizionamenti esterni o la cattiveria a volte gratuita delle persone. Gli direi anche di non aspettarsi la gloria perché se non sei davvero una penna strepitosa, non vai da nessuna parte, ma di continuare lo stesso a impegnarsi al massimo e accontentarsi di ciò che può donare questa grande passione. Per me, ad esempio, sapere che c’è qualcuno che ama i miei personaggi e che si lascia emozionare dalla mia storia, è la più grande soddisfazione in assoluto. Dovessi anche farlo per una sola persona (oltre che per me stessa), continuerei a scrivere, fiera di far passare qualche ora piacevole a qualcuno.

Al momento stai lavorando a qualche romanzo, di cosa tratta?

Ho terminato da pochi mesi l’editing del primo volume della mia saga “Il lato oscuro della luna” e a breve dovrò cimentarmi in quello del secondo e infine del terzo, però, quando sono ispirata e voglio staccarmi un po’ dai miei “soliti” personaggi, scrivo una storia che ho in cantiere da tempo. Posso solo dire che rimarrò nello urban fantasy perchè, al momento, è ciò che mi piace scrivere, ma stavolta non parlerò di vampiri bensì di licantropi.

Ringraziandoti per aver risposto, ti pongo un’ultima domanda. Quali sono i tuoi progetti futuri e come ti vedi da qui a 10 anni?

I miei progetti futuri sono tanti, ma quelli legati alla mia passione per la scrittura al momento riguardano appunto la trilogia che uscirà per intero tra il 2021 e il 2022 e il nuovo progetto di cui ho parlato poco fa.

Tra dieci anni non so come mi vedrò, mi sembra un arco temporale troppo ampio per poterlo visualizzare, diciamo che spero di avere la stessa serenità di oggi per poter continuare a coltivare le mie passioni come faccio ora. Sembra strano, forse, ma non c’è niente al mondo (se si escludono i miei affetti) che mi faccia stare bene e in pace con il mondo e me stessa come lo scrivere.

Grazie di tutto!

Francesca

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