Immaginazione.

 

Mi sveglio una mattina, mi vesto di stracci, in fondo a cosa serve esser vestita per benino. La vita scorre lo stesso impetuosa e impietosa, sovrasta ogni cosa, si appropria di ogni dove. Un sapore amaro in bocca, una delusa esistenza, la sterile sensazione di aver perso l’occasione. 30 anni son passati tra giochi e risate a mangiare ogni giornata con avidità sfrontata. Ma dentro qualcosa arde, l’insoddisfazione cresce. L’amore se n’è andato, il lavoro è noioso, gli amici sono vicini ma il loro mondo è scontato…
Ancheggio per la strada attirando molti sguardi, soliti uomini senza spessore che non sanno esprimersi a parole.. M’imbatto in una strada poco trafficata, mi specchio nelle vetrine, ho l’aria trasandata, la bocca rossa e gli occhi truccati ma lo sguardo tradisce un’aria impegnata. Penso al passato alle notti davanti al fuoco, al tuo corpo infiammato, al mio amore infinito…ricordo quei giorni passati a parlare, a far finta di avere una vita normale…la casa, la spesa, i panni da lavare…era tutto come richiesto dalla società attuale. Ma qualcosa bruciava, la voglia di fuggire, la forte convinzione che fosse tutto una convenzione. Un gioco di marionette, sottili trasparenze di false esistenze. Dei baci pilotati da chi impone un copione, la storia inventata della coppia sposata…
Affretto il passo per paura che qualcuno possa fraintendere, le mie movenze possono sottintendere….Mi diverte l’idea di essere notata ma il mio sogno nel cassetto rimane quello di essere compresa. Asciugo le mie ferite sopra giacche e camicie di chi usa la mia debolezza senza nemmeno una carezza. Cammino senza tregua come se fossi una preda fino al confine tra verità e immaginazione, fino a spezzare l’amara illusione di avere un futuro in questo regno di finzione.

 

 

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