Hai travolto il mio piccolo giardino sfiorito
dipingendo i fiori disgregati dal tempo,
rivestendo di luce le oscure caverne,
rovesciando passione sullo sterile silenzio.
Impaurita mi accovaccio in un angolo, tremante.
La perfetta armonia di natura e bellezza,
mi acceca e disarma al tempo stesso.
Torno nell’utero, a cui oltretempo mi aggrappo.
Ma un fiore sull’asfalto sboccia lo stesso,
e un piccolo nasce nonostante tutto,
il gabbiano accarezza con le ali il vento,
ed io annego nel tuo bacio e vivo in eterno.