Il mendicante di sogni.

 

“Buongiorno vita!!” Con la voce roca mi appresto a gridare e far riecheggiare una delle frasi che sarcasticamente ripeto da anni la domenica mattina in questa specie di catapecchia chiamata casa, in cui non abito ma sopravvivo. Sono o almeno ero un bell’uomo, uno di quelli che facevano girare le donne per la strada, ma questo era tanto tempo fa, quando ero giovane e non avevo i denti consumati e l’alito pesante e la voce gracchiante di un fumatore incallito. Ma che male fa, in fondo la vita è quello che noi vogliamo che sia! Ecco affacciarsi davanti a me un’altra domenica, con il silenzio della mattina, i negozi chiusi, la messa dei credenti le grida dei marmocchi in vacanza dalla scuola. Bene ,inizia il mio rito, quello che mi lascia la speranza di sopravvivere ancora qualche ora, almeno fino all’ora di pranzo. Apro il frigo e tiro fuori una bella bottiglia di vino rosso, di qualità scadente, ma è pur sempre alcolico!! Inizio a buttare giù un bel sorso rinfrescante, un pugno allo stomaco che mi rende Vivo. Bene, di nuovo qualche altro sorso. Inizio a sentirmi già meglio e il silenzio non è quasi più assordante. “Ahahahah” rido a squarciagola, alla faccia di questo nulla. Inizio a sentirmi sempre più leggero, come una ballerina che danza con distinta leggiadria sulla facciata del mondo. E la testa si svuota di tutti i pensieri che iniettano veleno nel cervello in subbuglio. E mia moglie diventa un pagliaccio e tutti la deridono in mezzo ad una piazza e io me ne compiaccio e sparisce l’impotenza rispetto al suo rifiuto. “Sei immondizia” mi dice lei, ma ora, ora che la immagino soggiogata e derisa, mi sento forte e ritemprato. “Ahahahah” continuo a ridere dopo l’ennesimo sorso scivolato tra i denti e colato dalle labbra sul pavimento già unto. Ma che importa, la giostra è partita, sono al centro del mondo. “Ehi figlioooooooooooo” grido più forte “figlioooooooooooo non venireeeeeee, resta a casa con il pagliaccio che IO HO DA FAREEEEEEEEEEE questa voltaa” “AHAHAHAH” Inciampo nelle mie stesse gambe e resto a terra con la testa che ruota e i colori che si mescolano e le voci che sussurrano da ogni dove. Poi mi appare mia madre, bella come un angelo del Paradiso, con quegli occhi tristi che non riesco a mandar via nemmeno con il vino rosso. E non trattengo più le lacrime che serpeggiano sul viso e cancellano la leggerezza e la finta allegria di un mendicante di sogni, di un mendicante d’amore che è sceso dalla Luna in cerca di fortuna ed è stato calpestato a causa del suo animo troppo sensibile e troppo poco disincantato.

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