I Sogni Sono Dardi Senza Meta

Napoletana, una laurea in lettere col massimo dei voti ed un cassetto pieno di sogni e speranze: questa è Giulia Contini, la protagonista di “Tutte noi abbiamo un Mister Big”, romanzo d’esordio della giovane scrittrice Oriana De Iulio in uscita per la 0111 Edizioni. Un romanzo generazionale che  racconta e riflette sul dramma della precarietà lavorativa: “ho all’attivo un centinaio di colloqui di lavoro, una decina sviluppatisi in impieghi, tutti sottopagati, la maggior parte in nero o peggio ancora con contratti a progetto il che significa: no ferie, no malattie, no paga fissa, no buoni pasto, no tredicesima, no maternità, no orari di lavoro stabiliti, ma una vera e propria condizione da schiava moderna.” Ma nell’avvincente plot c’è di più: la protagonista, l’io narrante sembra infatti chiedersi di continuo quanto la precarietà vissuta nel lavoro e nella professione si rifletta poi nelle sue scelte d’amore e di vita?  Non è dunque solo il racconto di un’esistenza da precaria, ma la consapevolezza di vivere una vita precaria in cui anche l’amore è sfuggente e mai certo. “Lavori e amori a progetto”, come scrive l’autrice.Giulia appare dolce, sensibile, insicura ma in realtà è una combattente che non vuole arrendersi e rinunciare ai suoi sogni. Insegue promesse, curriculi, esperienze di lavoro, master, stage, insegue tutto per dare un senso alla sua vita. Anche con gli uomini: non le mancano le esperienze, le tentazioni, le occasioni ma lei rincorre  il suo sfuggevole Mister Big, Lorenzo, saltuaria presenza/assenza della sua vita, il suo brivido sulla pelle. Da sottofondo alla storia, c’è  infine la consapevolezza di vivere in una città complessa e difficile come Napoli: “mi fa male dirlo ma è così: nascere al sud significa portarsi dietro un handicap che ti rende la vita più difficile, perché devi essere necessariamente più bravo, più colto, più flessibile degli altri, disponibile a lasciarti alle spalle la tua città, la tua famiglia” 

Tutte noi abbiamo un Mister Big  è dunque anche un romanzo di denuncia perché mette a nudo l’anima di chi ha imparato ad adattarsi, a piegarsi, Giulia si chiede: ma dovevo laurearmi per scrivere al computer e ordinare il caffè? Ecco,  è un’anima che si specchia in se stessa, che si flette fino a formare una curva, un arco teso in cui i desideri e i sogni sono  dardi senza méta.

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