Ho conosciuto la follia nell’urlo sguaiato
di un uomo insanguinato e trasandato.
Farneticava della libertà, delle catene
che non aveva mai indossato,
del libero arbitrio ormai seppellito.
Gridava più forte affinchè qualche passante
ascoltasse le parole di un umile viandante.
Sperava di salvare quel poco che era rimasto
dell’animo umano ormai troppo sottomesso,
schiavo del sistema e di sè stesso.
Nessuno aprì il cuore, nè tentò di ascoltare
che il modo era folle ma l’intento era d’amore.
Solo un ragazzo alzò lo sguardo, rallentò il passo,
e si fermò a guardare. Poi tese la mano con decisione
e fece un cenno di comprensione.