Non hai più occhi per leggere
la storia che scrissi nel petto,
una folata di polvere d’oro
cancellò il sole dopo il dolore
che sfuggì dai raggi d’inferriata
e raccolsi una preghiera silenziosa.
Cento passi a contare l’esistenza,
cento passi per gli ultimi giri di chiave.
Non hai più occhi stellati e ribelli
che mi spiassero l’allegria corrucciata,
una storia che scrissi tra le mani
per trattenere il bisogno di amarti
a cielo chiaro e scuro tra le lacrime.
La storia che scrissi nel petto,
leggila se ti potrà servire,
io mostro il passato all’àncora
come pietra lavata di fiume.
Nelle notti cieche della noia
cerco ancora il fondo dei tuoi occhi
nei guizzi accesi del destino.